Classic 50 anni di Alfa Romeo Montreal
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Ginevra 1970 , Salone Internazionale dell'Automobile.


Ricordo che fu presentata in versione definitiva la MONTREAL dell'Alfa Romeo.
Auto bellissima, avveneristica nelle linee e dotata del fantastico motore V8 della 33 Stradale. Quest'anno, in visita al museo Alfa Romeo di Arese ho potuto rivederla nella sua livrea arancione, suscitando in me le stesse emozioni di allora, anche se sono passati oltre cinquant'anni, e sopratutto a ricordarmi cosa fosse l' Alfa Romeo in quel periodo storico dell' automobilismo Italiano.
La Montreal fu cosi chiamata, perchè nel 1967 gli organizzatori dell'esposizione mondiale (oggi chiamata EXPO) che si teneva proprio in quell'anno a Montreal, vollero che fosse l' Alfa Romeo a rappresentare con una nuova auto, la massima espressione tecnologia Italiana nel mondo.
L' allora Presidente Alfa, Giuseppe Luraghi, attivò l'ufficio tecnico e ricerca affinchè si sviluppasse velocemente un'auto sportiva da esporre. Fu affidato il compito alla carrozzeria BERTONE di definire la linea dell' autovettura. La meccanica dei prototipi era praticamente quella della Giulia e il motore il solito 4 cilindri bialbero da 1600 cc.
L' eleganza della vettura, le magnifiche linee, le proporzioni perfette per una 2+2 furono subito apprezzate dal mercato nord americano, che spinse perchè fosse prodotta e così fu, anche rivedendo il progetto. Infatti la motorizzazione passo' dal 4 cilindri all' 8 cilindri della 33 rivisto per renderlo più gestibile.

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ALCUNI ASPETTI TECNICI COSTRUTTIVI:


- Configurazione ............. Coupe 2+2
- Lunghezza ................... 4220 mm.
- Larghezza .................. 1610 mm.
- Altezza ....................... 1205 mm.
- Passo ........................ 2350 mm.
- Massa ....................... 1270 kg.
- Velocita massima ........ 224 km/h
- Accelerazione 0-100 .... 7 sec. Circa


Basata su meccanica Alfa Giulia, assemblata dalla Carrozzeria BERTONE, disegnata da Marcello Gandini. Nella versione definitiva montava la motorizzazione 8 cilindri a V a carter secco derivato dalla 33 stradale con cilindrata aumentata a 2,6 litri ma con potenza ridotta a 77 CV/litro per una potenza totale di 200 CV a 6500 giri e dotato di iniezione meccanica SPICA.
La catena cinematica prevedeva un cambio ZF manuale a 5 rapporti, il meglio del momento, e un differenziale posteriore della GT 2000 rinforzato, ma comunque debole e di facile rottura, per terminare con un impianto frenante a 4 dischi autoventilati.

La guidabilità, nel complesso, non era quella di una sportiva di alto livello, ma di una buona GT;
in curva soffriva di un eccessivo rollio , dovuto alla elevata massa e sospensioni morbide, come allora si usava.
La parte più interessante della Montreal, che la rende unica, furono e sono le magnifiche linee che la matita di Gandini seppe esprimere. Perfetta nelle proporzioni con una griglia frontale che racchiude gli stilemi classici delle Alfa.

Nella parte bassa spicca un pronunciato spoiler con doppia funzione, di aumentarne la deportanza e contemporaneamente la velocità. Spettacolari e uniche le palpebre poste sopra i doppi fari che si attivano comandate dall'interno; e poi la presa Naca sul cofano anteriore. Infine quello che la caratterizza maggiormente sono le sei feritoie laterali sul montante dietro la porta che non hanno nessuna funzione se non estetica. Il posteriore, a mio avviso, è la parte meno riuscita, belli i doppi scarichi rivolti verso il basso troppo pesanti i gruppi ottici.
Gli interni sono molto curati, in stile Alfa, con strumentazione raccolta in due corone poste dietro il volante a tre razze lievemente a calice, per accontentare la clientela Americana, la leva del cambio che si innesta direttamente sul cambio anch'essa con pomolo in radica.

Pur essendo una 2+2 fu dotata di un discreto bagagliaio accessibile dal lunotto posteriore.
La Montreal rimase in produzione fino al 1977 e si dice ne siano state costruite poco meno di 4000 unità. La crisi energetica fece si che vetture di questo tipo non venissero più prodotte.
Mi è rimasto il piacere di rivederla più bella e affascinante che mai, come tante altre che ho potuto ammirare in questo museo “Alfa Romeo di Arese” che consiglio agli appassionati di visitare.


Grazie e arrivederci al prossimo articolo.

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