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In un mercato più impazzito che depresso, dove non basta uno stipendio per fare il pieno di carburante, tornano prepotentemente alla ribalta le auto a GPL. Non perché siano belle e prestanti, ma semplicemente perché sono le più economiche.
Nel mese di febbraio 2022, infatti, l’auto a GPL è diventata una sorta di veicolo rifugio contro aumenti della benzina, del metano, dell’elettricità. Una vettura senza pretese prestazionali che però non ti prosciuga quando devi fare il pieno. Con l’inflazione alle stelle e i continui rincari, una salvezza per molti consumatori. I numeri dicono che a febbraio sono state vendute quasi 9250 macchine a GPL: +23,3% contro il mercato che va letteralmente a picco. Sui due mesi, quasi 20.000 mezzi a GPL, oltre il 23% di rialzo.
Auto a GPL: numeri importanti. Secondo l’Unrae, ancora una crescita caratterizza le immatricolazioni di auto a GPL, che toccano l’8,2% nel mese e l’8,7% nel cumulato. Supportate dall’incremento dei costi dei carburanti.
L’altro gas? Il metano prende una batosta incredibile e perde quasi il 60% delle immatricolazioni fermandosi all’1,2% del totale (1,3% in gennaio-febbraio). Ovvio, aggiungiamo, visto che si viaggia su 1,9 euro il kg di media, contro un euro di settembre 2021: semplicemente pazzesco.
Le ibride mantengono sempre la leadership con il 34,2% di quota (34,5% nel cumulato), con le “full” hybrid all’8,6% e le “mild” al 25,6%. Così così le elettrificate.
I prezzi alla pompa (e non per una pompa). La benzina costa oltre 2,0 euro il litro in self, il diesel qualcosina di più; il metano ha picchi assurdi di 2,5 euro il kg in talune zone d’Italia. Il GPL? A quota 0,81-0,83 il litro. Non poco, comunque. Questi prezzi sono dei furti ad opera di associazioni a delinquere garantite dallo stato. E le conseguenze della guerra porteranno ad ulteriori peggioramenti. Ma se si impennano benzina e metano, comunque il GPL tende a restare conveniente pur in presenza di aumenti.
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Il metano? Col cazzo che ti da’ una mano! In merito al metano, il ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato lo stato di preallarme, primo dei tre livelli di criticità previsti dal piano di emergenza gas. Il Mite sottolinea che al momento le forniture sono regolari e adeguate a coprire la domanda. Il livello di “pericolosità della minaccia alle forniture” posta dallo stato di guerra tra Russia e Ucraina rende ugualmente opportuna la decisione.
Il Governo ha ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso anche in sede europea durante l’ultima riunione del Gas. Vengono invece demandate agli operatori l’attuazione di azioni di mercato come aumento delle importazioni, utilizzando la flessibilità dei contratti in essere.
Per il gas, purtroppo, siamo nelle mani di “Giggino”.
Il ministro degli Esteri Di Maio è stato in missione in Algeria per conto di Draghi con l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e un rappresentante del ministero della Transizione ecologica. Al centro della visita, dice una nota della Farnesina, colloqui con le autorità algerine per rafforzare la cooperazione in campo energetico alla luce del conflitto in Ucraina. Tra le ipotesi, aumentare le importazioni di gas dall’Algeria per compensare i flussi a rischio dalla Russia. A cosa porterà la missione del nostro super ministro nelle prossime settimane? Si accettano pareri e opinioni…
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RENATO - 20 Mar 2022
Sicuramente Giggino avrà apprezzato i buffet algerini