Elettrico Auto elettriche: decidono i nipoti di Einstein
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Io vorrei proprio vedere che faccia da coglione hanno quei fenomeni che rubano lo stipendio in UE per decidere di imporre all’Europa intera le auto elettriche. Ma se perfino i numeri uno dei grandi colossi automobilistici sono scettici circa il raggiungimento di questo obiettivo entro il 2030/35, ma chi “cavolo” sono questi per imporre tali obblighi? I nipoti di Albert Einstein?

Continua la battaglia a Bruxelles: che non è quella per conquistare il mercato dei “cavoletti”, bensì quella di imporre a tutti i costi di costruire e vendere solo auto elettriche. La Commissione UE (chi la paga, poi?!?) vuole imporre alle Case di costruire solo auto elettriche dal 2035. Di fronte a chi ritiene che l’obiettivo non sia raggiungibile, o lo sia solo a patto di sacrificare centinaia di migliaia di posti di lavoro, la Commissione non arretra di un millimetro. Quanti sono questi personaggi, 30, 40? Bene, fotografateli e pubblicate dappertutto (riviste, social, muri, cartelloni pubblicitari etc.) le loro facce con la scritta “Wanted” affinché gli europei li possano riconoscere e, qualora li incontrassero per strada, anche investire al volante di una macchina, ovviamente endotermica.

Quindi, è e sarà battaglia in UE per capire se e come la proposta andrà avanti. Intanto, i capi dei grandi Gruppi automobilistici, che penso anche loro abbiano un po' i coglioni girati, scendono in campo.

Nelle scorse ore, Herbert Diess, amministratore delegato del gruppo Volkswagen (ma fra i maggiori sostenitori dell’elettrico), è stato chiaro e perentorio: “In Europa, l’addio ai veicoli endotermici è semplicemente impossibile”. Lo ha dichiarato al sito The Verge. Perché? Perché ci sono numerosi freni che impediscono di raggiungere il target del 100% di vendite di macchine elettriche, facendo morire le auto a benzina e diesel (nonché le ibride di qualsiasi genere).

Poi, la Commissione UE ha un obiettivo intermedio: il piano per arrivare al 50% di EV entro il 2030. Per Diess, è estremamente ambizioso: “Relativamente al Gruppo VW, sarebbero necessarie 6 gigafactory operative entro il 2027, che sfornano a getto continuo batterie. È quasi impossibile farlo”!

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E sentite questa affermazione di Diess: “Le auto elettriche hanno senso solo se l’energia è rinnovabile. Ci sono nazioni che basano la produzione di energia elettrica sul carbone. Insomma, si inquinerebbe all’origine. Bisogna convertire il settore primario alle energie rinnovabili al 100%”. Mica bau bau, micio micio.  I fenomeni dell’UE sono a conoscenza di queste problematiche?

Last but not least: “Il lancio dei veicoli elettrici - conclude Diess - dipenderà dalla legislazione e dall’aumento delle energie rinnovabili. Questo deriverà dalle politiche statali e da una politica globale, non dalle decisioni individuali dei produttori di auto”. E lo dice uno che è tutto tranne che un no Watt.

Il numero uno di Volkswagen, tuttavia, non è il solo a lamentarsi: Tavares, il capo di Stellantis, è ancora più netto: “Il ceto medio e quello basso non possono comprare l’elettrica spiega. Troppo costosa perché le Case stanno investendo somme enormi. Sarebbe quindi un mezzo d’élite”.

Oltretutto, bisogna anche vedere a quale elettrica si fa riferimento, aggiungiamo noi: ossia una vettura di tutto rispetto, o una super low cost con autonomie e tempi di ricarica insoddisfacenti? Nel primo caso, si spende di più e la vettura a pila è per pochi. Resterebbe il noleggio a lungo termine, che però non è una passeggiata a livello di canone. Specie se le colonnine pubbliche sono poche. E poi, che convenienza si ha negli spostamenti lunghi?

Concludiamo con il capo di Renault, l’italianissimo Luca De Meo, che ha posto condizioni ben precise per un addio totale ai motori a scoppio. Uno: la presenza di un’adeguata rete di ricarica. Due: prezzi dell’elettricità favorevoli. Fattori che quei fenomeni di Bruxelles non sono in grado nemmeno di prendere in considerazione.

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