Attualità Auto usate: cosa fare contro i “mariuoli” dello “schilometraggio”
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Non si vendono auto nuove? Tranquilli, ci sono quelle usate. Un mercato, quello dell’usato, che vale parecchi soldi e dove ci sono soldi ci sono i mariuoli e i furbacchioni che, pur di guadagnare due euro in più, sarebbe disposti a fare qualunque cosa. Come quella, per esempio, di abbassare i chilometri percorsi delle autovetture…

Quella dello “schilometraggio”, ormai, è diventata una vera e propria professione artistica - e meccatronica - che fa girare qualche miliardo di euro. Domanda: è possibile risalire ai dati reali della vettura? Difficile ma non impossibile.

L'ultimo dato ufficiale disponibile non è recentissimo, visto che risale al 2018, ma il giro d’affari illegale derivante dalla vendita di automobili con il chilometraggio alterato è stimato in 9 miliardi di euro in Europa, 2 miliardi dei quali solo in Italia. Sono i numeri emersi da uno studio commissionato dal Parlamento Europeo che tornano di stretta attualità oggi, con il mercato delle auto d'occasione sempre più in crescita. Un fenomeno, quello dello “schilometraggio”, ancora molto diffuso anche a causa degli scarsi strumenti di cui il consumatore dispone per potersi difendersi. 

La disciplina attualmente in vigore non comporta adeguati effetti deterrenti: pur configurandosi il reato di truffa e frode in commercio, le pene previste non sono sufficientemente aspre da indurre alcuni venditori/mariuoli ad astenersi dalla commissione del reato (reclusione fino a tre anni e una multa fino a 2.065 euro). Dopotutto, a questi che cacchio gliene frega? I furbacchioni del contachilometri sono talmente arrapati di soldi e così convinti di farla franca che continuano a fare ciò che vogliono fare, senza farsi scrupoli nei confronti di chi vogliono inchiappettare e senza timore di andare in galera.

Trattandosi di un reato perseguibile a querela della persona offesa il malcapitato acquirente di una vettura che in realtà ha fatto più strada di quella che c’è scritto sul contachilometri, difficilmente intraprende un'azione legale, date le considerevoli difficoltà non solo a reperire le prove, ma anche a pagare avvocati e azzeccagarbugli. Va’ da sé, infatti, che chi decide di acquistare una vettura di seconda mano, probabilmente non se la passa tanto bene ed ha problemi economici (altrimenti se ne comprerebbe una nuova, no?!?); quindi, oltre il danno anche la beffa.

Ritoccare la misurazione del contachilometri è un'operazione che qualunque meccanico esperto è in grado di fare. Attualmente, solo i veicoli di più recente produzione sono dotati di una centralina da cui è possibile risalire al chilometraggio reale; in tutti gli altri casi, l’unica arma a disposizione di chi si appresta ad acquistare un veicolo usato è quella di affidarsi a chi è capace di valutare le reali condizioni dell’auto basandosi su dettagli che spesso vengono trascurati o sottovalutati, ma che in realtà possono rivelarsi estremamente utili ai fini di una scelta ponderata e consapevole. Più in generale occorre però fare attenzione soprattutto alle auto sulle quali la truffa può funzionare al meglio e avere meno probabilità di essere scoperta. Si tratta spesso delle cosiddette “auto aziendali”, seminuove, utilizzate dai dipendenti delle aziende, e che di solito provengono da società di noleggio a lungo termine. Parliamo di veicoli con pochi anni di vita, non più di tre o quattro - che quindi spesso non hanno ancora passato la prima revisione – ma che hanno fatto una marea di chilometri.

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Qualche tempo fa un’indagine di Altroconsumo ha verificato sul campo sia la pratica sia l’entità dei chilometri tolti alle auto da vendere, confrontando se i km riportati nell’asta dalla quale il concessionario ha acquistato il veicolo fossero gli stessi indicati poi dal contachilometri al momento della vendita. La visita a quattro autosaloni in Lombardia ed Emilia-Romagna ha fatto emergere differenze di 24.000, 42.000 e 100.000 km. Ecco, di seguito, qualche piccolo consiglio per non farsi truffare dai mariuoli dello schilometraggio.

Cosa verificare prima dell’acquisto. La documentazione mostrata dal venditore per convincerti che il chilometraggio sia corretto e i libretti di manutenzione, con l’elenco dei tagliandi effettuati nel tempo, possono essere contraffatti oppure falsificati.

Occhio alle revisioni. Il controllo più immediato da fare è quello che riguarda le revisioni. Siccome a ogni revisione di un veicolo l’officina è obbligata ad aggiornare l’apposito registro, gestito dal Ministero dei Trasporti, consultandolo è possibile farsi un’idea almeno di quanti chilometri l’auto avesse percorso al momento dell’ultima revisione.

Controllare la provenienza della vettura. Può servire consultare il Pubblico registro automobilistico (Pra), per avere un’idea della provenienza dell’auto e dei passaggi di proprietà che l’hanno interessata, se si dovesse scoprire che il primo proprietario è stata una società di noleggio deve scattare il campanello di allarme.

I servizi anti-truffa. Esistono poi due servizi a disposizione di chi vuole evitare di essere ingannato. Uno si chiama DIOGENE, ed è un dispositivo distribuito in Italia da Evolvea in grado di leggere il chilometraggio reale di un veicolo, evidenziando eventuali alterazioni apportate al contachilometri. L'altro si chiama CARFAX: attraverso il numero di targa dell’auto, o del telaio, dà accesso a una banca dati internazionale che consente di vedere in pochi minuti tutte le informazioni principali che riguardano l’auto che si desidera comprare.

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