Quando c’è da mettere le mani nel portafogli chissà perché, noi italiani, siamo i migliori. Guardate, per esempio, il costo dei carburanti nelle ultime settimane oppure quello di gas e luce (voglio vedere quanto costerà un pieno di energia di una vettura elettrica). Un vero e proprio bancomat dello stato, poi, sono gli autovelox: lo sapevate che l’Italia è prima in Europa e terza nel mondo per postazioni?
Se c’è il limite di 70 e tu viaggi a 74 km/h la multa te la becchi ugualmente; anche se, francamente, 4 km/h in più di velocità non mettono a rischio la vita delle persone. Sì, perché gli autovelox servono per “motivi di sicurezza” e non per permettere a comuni, province e regioni di far cassa. Gli introiti, poi, dovrebbero essere spesi per migliorare la viabilità e per garantire maggior sicurezza sulle strade italiane ma, onestamente, non mi sembra che l’Italia venga apprezzata nel mondo per questi motivi. Anzi. A tal punto c’è da chiedersi: come possiamo difenderci da questi furti legalizzati? Un’idea potrebbe essere quella di utilizzare dispositivi intelligenti come Coyote che informa su tutte le condizioni stradali (traffico, code, lavori in corso, incidenti) e sulla presenza di autovelox, tutor, telecamere semaforiche che aiutano l’automobilista a tener un buon comportamento di guida ma, soprattutto, gli permettono di non beccarsi multe salate. Sia chiaro: non è pubblicità occulta, la nostra. E’ solo un consiglio per cercare di non farsi rubare dei soldi inutilmente. Anche perché Coyote, grazie al suo Quality Service Team verifica le informazioni in arrivo dalla Community ed effettua controlli sul territorio per monitorare gli aggiornamenti delle postazioni di autovelox fissi e mobili. Inoltre, incrocia i dati con piattaforme istituzionali quali: il sito della Polizia di Stato ed altre autorevoli fonti pubbliche. I dati, dopo essere stati controllati, vengono poi inseriti nel database Coyote, in modo da garantire aggiornamenti in tempo reale a tutti gli automobilisti iscritti al servizio (che ha un suo costo, ovviamente). Una volta che un automobilista transita in una zona a rischio riceverà una segnalazione acustica e visiva con largo preavviso chilometrico. Per questo motivo è fondamentale che l’aggiornamento delle informazioni dei dispositivi presenti sul territorio avvenga costantemente e che sia verificata, così che l’automobilista possa godere di un servizio unico e preciso, senza inserzioni pubblicitarie e nel pieno rispetto della privacy.
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I numeri, impressionanti, rilasciati da Coyote. Chi meglio di Coyote, quindi, può dare informazioni attendibili? Negli ultimi tre anniil numero totale di dispositivi per il rilevamento delle infrazioni è in aumento di circa il 40% su tutto il territorio nazionale. Il numero totale di dispositivi per il rilevamento delle infrazioni per il 2021 è di 14.297, tra cui: 11.426 autovelox, 304 sistemi tutor e 2567 telecamere semaforiche. Questo posiziona l’Italia come primo paese in Europa per presenza di autovelox e terza nel mondo dopo Brasile, che si posiziona al primo posto, e Russia.
Il 76% dei dispositivi di controllo della velocità ovvero più di 7.300, si trovano nelle principali regioni del nord Italia quali: Lombardia (17,4%) Veneto (20,5%), Piemonte (14,1%) ed Emilia Romagna (12%). Il dato inizia a scendere sotto le 1.000 postazioni in Toscana (6,6%) Marche (5,1%) e Trentino Alto Adige/Sud Tirol (5,1%). La situazione invece nel centro sud Italia (toh, che strano!!!! Forse perché lì, le multe non le paga nessuno?) delinea un quadro decisamente diverso con numeriche di poche centinaia di postazioni.
Questi dati sono frutto delle segnalazioni provenienti dalla Community molto attiva: nel 2021 infatti, ogni mese vengono rilevati dai dispositivi COYOTE 1.2 miliardi di km percorsi, per un totale di 333 milioni di ore alla guida. Le allerte riportate nel 2021 raggiungono i 19,4 milioni.
Il dato che davvero fa capire che questi autovelox servono per rubare soldi agli italiani è il seguente: il 2020, segnato dalla pandemia e dai vari lockdown, è stato un anno anomalo per la mobilità su strada. Tuttavia, a fronte di una diminuzione dei km percorsi e della diminuzione del 32% del numero di incidenti rispetto all’anno precedente (da 172.183 a 118.298), come mai è aumentato tantissimo il numero di autovelox tanto da rendere l’Italia il primo stato per numero di autovelox in Europa? Meno chilometri percorsi, meno incidenti… più autovelox! Mah. Forse era necessario recuperare il tempo (si sa che il tempo è denaro) perduto?
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