Moderne Bentley Unifying Spur: perché rovinare tutto questo ben di Dio?
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Bentley ha rivelato l'esclusiva (per fortuna) Unifying Spur, una Flying Spur fasciata nel design di un artista che… “cattura i temi dell'amore, del progresso e dell'unità”. Il “capolavoro” sarà utilizzato per eventi e iniziative speciali. 

Tempi di strategie e di futuro per Bentley Motors che, per dare una scossa all’ambiente (è proprio il caso di dirlo), ha commissionato al suo team Bentley Design la creazione di un'opera d'arte automobilistica che celebri la diversità in tutte le sue forme. Il designer Rich Morris, che dipinge e scolpisce nel tempo libero, ha raccolto la sfida creando un'opera d'arte a quattro ruote. Ed eccoti che qui entra in gioco l’immancabile Marketting: “il suo design unisce le parole "Love is Love" attraverso un'unica linea ininterrotta, che traccia volti, figure danzanti e forme che rappresentano il potere unificante dell'umanità, indipendentemente dalla razza, credo o sessualità”. La Unifying Spur sarà mostrata ai lavoratori della fabbrica Bentley di Crewe prima di intraprendere un programma di attività esterne nei prossimi mesi.

Ecco la dichiarazione in merito della dottoressa Astrid Fontaine, Member of the Board for People, Digitalisation and IT: “Sappiamo che la diversità genera successo, portando una più ampia gamma di esperienza, creatività e inclusione che consente alla cooperazione di giocare un ruolo determinante nella strategia aziendale, nell'innovazione e nel processo decisionale”.

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Come rovinare una bella auto.

La Bentley Flying Spur è. In pratica, la versione a quattro porte della coupé Continental la cui sportività è evidenziata da i suoi 330 km/h di velocità massima. L’ottima guidabilità, invece, è assicurata dalla trazione integrale, il retrotreno sterzante e le sospensioni pneumatiche con barre antirollio elettroniche che contrastano con una certa efficacia la massa e gli ingombri. Sotto il cofano, un 6.0 biturbo con 12 cilindri disposti a W (quattro file da tre cilindri ciascuna) di derivazione Audi (la casa inglese è di proprietà del gruppo Volkswagen). Bene, visto che anche l’occhio vuole la sua parte, perché rovinare tutto questo ben di Dio?

Robe da matti. Qui siamo proprio alla frutta, anzi: qui siamo al digestivo perché ci vuole del gran coraggio a rovinare in questo modo una Bentley Flying Spur definendola “opera d’arte”. Dopotutto, stiamo parlando di una vettura il cui listino parte da 225.000 euro circa. Mi sa che neanche i figli dei fiori ci salirebbero volentieri…

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