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Il caro energia è peggio dell’AIDS: se lo conosci lo eviti. Ma come si fa ad evitare in una società dove tutto funziona “energicamente”? Impossibile. E così, di notte, per motivi di risparmio, i benzinai, forse, chiuderanno e per noi comuni mortali sarà impossibile fare rifornimento e, soprattutto, andare a puttane!
Se volevano eliminare dalle strade italiane il più antico mestiere del mondo, beh... con i benzinai al buio, probabilmente, almeno in parte, ci riusciranno.
La bolletta elettrica salata, infatti, può indurre i gestori di benzina a chiudere di notte, per evitare di andare in perdita. L’allarme arriva da Paolo Castellana, vice presidente nazionale Figisc, la federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio: “A breve, sicuramente, tutti gli impianti di carburante chiuderanno il servizio notturno - dichiara a malincuore - Tenere aperto l’impianto, con tutta l’illuminazione necessaria, a fronte di vendite pari a zero, non ha più senso”.
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Per Castellana, a parità di consumo come riferimento di kilowatt, c’è stato un aumento di una volta e mezzo. Che cosa significa? “Se, facendo un esempio, a dicembre 2020 consumavamo 1000 kilowatt di energia elettrica e la bolletta era pari a 1.000 euro – spiega Castellana - quest’anno la bolletta, a parità di consumi, costa 2.500 euro. Sono dolori”.
Aggiungerei: cazzi amari. Non solo per i benzinai ma anche per chi, di notte, ci vive e ci… lavora!
Contrariamente ad altre categorie, rileva il vice presidente, i distributori di carburante sono l’unica attività che non ha la possibilità assoluta di scaricare sul consumatore l’aumento del costo dell’energia.
Perché? Perché il punto vendita dei distributori di carburante non ha autonomia nel prezzo finale di vendita, ma il costo dell’energia è l’elemento fondamentale di un bilancio di un’azienda come queste. “Se aumenta questo - spiega - automaticamente si contraggono i ricavi, pure via via assottigliatisi per una contrazione nei consumi”.
“I gestori chiedono al Governo una politica energetica importante che renda l’Italia autosufficiente e un intervento altrettanto importante a sostegno delle imprese”. Ha rilevato il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande.
Ma i problemi per gli automobilisti non finiscono qui. La verde in modalità self viene ora venduta in media a 1,839 euro al litro, 2,4 centesimi in più rispetto alla settimana precedente. In salita il prezzo del diesel: con un rialzo di 2,3 centesimi ha superato 1,690 euro al litro. Nella modalità “servito” il costo della benzina è improponibile tanto che, in molti casi, si arriva a oltre i 2 euro al litro. Per la verde quelli registrati oggi sono i prezzi più alti da ottobre 2012.
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Giorgio - 21 Feb 2022
Bene il piano va avanti