Presa per il culo o umiliazione? Fate voi! Sta di fatto che, a fronte dell’aumento di circa 70/80/90 centesimi a litro per benzina, gasolio e metano, 25 centesimi sono davvero pochi….
Arriva il taglio accise di 25 centesimi di euro, imposto dal Governo Draghi. Una rovina, una presa per il culo, un’umiliazione. Si lamenta anche Assopetroli, che minaccia lo sciopero mentre Confindustria esterna forti perplessità e grande delusione.
Pertanto, gli industriali chiedono un taglio accise più consistente. Anzi, secondo loro, le imposte indirette sui carburanti andrebbero del tutto eliminate. Non è possibile che lo Stato in questo momento benefici di un extra-gettito per miliardi e poi pensi di abbattere il prezzo al distributore solo di pochi centesimi al litro. In nessun Paese europeo accise e IVA sono pari al 123% del costo industriale del carburante. È pura pazzia che ancora oggi su benzina e gasolio gravino voci come la crisi di Suez del 1956, la ricostruzione del Vajont, l’alluvione di Firenze e il terremoto del Friuli.
E poi c’è anche la guerra. Duro Carlo Bonomi, presidente di Confindustria: “Molti dicono che stiamo rallentando per colpa della guerra ma, in realtà, i problemi sono iniziati molto prima”.
Morale: la guerra ha solo accelerato il processo. Si sollecitavano i provvedimenti necessari a sostenere il forte rimbalzo dello scorso anno per assicurare negli anni a venire una crescita intorno al 4% e riuscire a far fronte all’enorme debito pubblico. Eppure… “quasi nulla finora è stato fatto - denuncia Bonomi - Adesso il rischio è di una stagnazione che, senza interventi strutturali, può diventare recessione”.
Quindi, Italia ostaggio non solo di strozzature nella fornitura di materie prime, di prezzi energetici alle stelle, di rincari generalizzati, ma anche di decisioni bloccate dalla burocrazia.
“A maggio 2020 – dichiara Bonomi - Confindustria chiese al Governo di allora quale fosse il nuovo piano energetico. La risposta? Non ne avevamo bisogno”.
Nel frattempo, si incazzano di brutto i benzinai che perdono mediamente 7.500/8000 euro e che criticano duramente il taglio delle accise. La protesta dei gestori (e ancor di più di chi stocca e rifornisce prodotto) è dovuta dagli stoccaggi pregressi. Per intenderci, un benzinaio con impianto di medie dimensioni ha mediamente 30.000 litri in giacenza. Con la diminuzione di accisa pari a 25 cent/litro, perderebbe 7.500 euro. E il decreto dovrebbe prevedere una franchigia di 3 giorni per smaltire le scorte.
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R.S. - 23 Mar 2022
Indipendentemente dal modo , già il fatto che toglievano solo 25 cent è da presa per il culo! è tutto un Matrix