Classic Citroen DS19: una Dea per pochi e non per tutti
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Fu presentata nel mese di ottobre del 1955 e fu subito apprezzata per la sua eleganza e la sua aerodinamica, priva di particolari e cromature inutili. Non a caso veniva chiamata la “Dea” e diventò ben presto il sogno proibito di una gioventù… non bruciata!

In quello stesso anno usciva il mitico film “Gioventù Bruciata” con l’indimenticabile James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo, Jim Backus e Ann Doran, e con la regia di Nicholas Ray, famoso per aver diretto anche “I Bassifondi di San Francisco” e “Il Re dei Re”. Marlon Brando rifiutò il ruolo di protagonista e fu scelto proprio il mitico James Dean nel ruolo del 17 enne Jim Stark turbato da alcuni eventi che hanno sconvolto la sua vita, e Judy, una ragazza vicina di casa che ha un rapporto piuttosto complicato con suo padre.

Buzz, capo della banda di cui fa parte anche Judy, sfida Jim alla “chicken run”, che consiste nel lanciarsi a folle velocità con l’auto e gettarsi fuori dal mezzo prima di precipitare in mare. Ma la tragedia è dietro l’angolo. Quella sì che era vera gioventù, altro che gioventù bruciata! La vera gioventù bruciata è quella di oggi che pensa solo alle minchiate che offre il web, a farsi i selfie e che le auto non sa nemmeno cosa siano. Certo, James Dean, nel film, guidava una Mercury Club ma avrebbe potuto guidare anche una splendida Citroen DS19 che non sarebbe cambiato nulla, anzi!

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Disegnata da Flaminio Bertoni aveva valorizzato alcuni elementi della sua linea, come le maniglie, i paraurti scolpiti e le cerniere del bagagliaio posteriore, dissimulate nelle finiture dei fianchetti che incorporavano anche le frecce posteriori; ma le sue curve (belle come quelle di Natalie Wood, erano pulite, interrotte solo da profili in gomma che fungevano da guarnizioni e sottolineavano la perfetta divisione degli elementi della carrozzeria.

Quattro anni più tardi, nel 1959, venne commercializzata la DS Prestige, quella da usare con tanto di autista. Definita un “lussuoso ed elegante ufficio viaggiante”, fu la prima auto a essere dotata di un radiotelefono di serie e aveva, sempre di serie, una paratia di separazione tra il posto di guida ed i sedili posteriori, con un vetro scorrevole che garantiva la privacy dei passeggeri. Insomma, tanta roba davvero. Tuttavia, in quegli anni, spuntò fuori una clientela sempre più esigente, composta di giovani manager, dinamici imprenditori, professionisti di successo e da tutti quelli a cui piaceva utilizzare e guidare personalmente un’auto di lusso tutti i giorni e dalle linee più moderne. Insomma, i famosi “capitani di industria” che volevano tirarsela un po'.

Al Salone di Parigi del 1964, Citroën presentò una nuova versione della DS, pensata espressamente per questo genere di clienti che, pur amando il design della “grossa Citroën”, non voleva rinunciare al lusso e a rifiniture esclusive, sulla falsariga delle auto inglesi del tempo.

La nuova versione della DS fu chiamata con un nome che sarebbe divenuto famoso: Pallas. Si trattava di un omaggio a Pallade Athena, la dea della saggezza e dell’equilibrio. Citroën propose una DS19 con rifiniture cromate, modanature in gomma inserite in profili in acciaio inox integrate con i catarifrangenti posteriori, fianchetti in acciaio satinato e interni dove i rivestimenti di cuoio naturale (o tessuto) nascondevano le parti in lamiera della carrozzeria. 

Sedili con schienali rialzati, un largo bracciolo integrato nello schienale posteriore e uno tra i sedili anteriori, moquette di lana, finiture in acciaio inossidabile e due grandi plafoniere che inondavano di luce l’abitacolo della DS, completando la sensazione di lusso.

Con la Pallas furono apportate anche modifiche tecniche alla DS che, in questa versione, fu dotata di due proiettori anteriori a lunga portata chiamati “Boule” per la loro forma sferica, poi gradualmente adottati, su richiesta, a tutti i modelli fino al 1967, quando il nuovo frontale con i fari carenati, l’ultima opera di Flaminio Bertoni, integrò questa innovazione con il sistema di orientamento direzionale, collegato al movimento del volante.

La DS Pallas, fin dal momento della sua commercializzazione, divenne la versione più popolare delle DS. In Italia, Pallas era spesso sinonimo di DS tanto che dal 1970 nel nostro Paese la DS20, il modello più venduto, fu disponibile nella sola versione Pallas con cambio a comando idraulico.

Nel 1975 fu interrotta la produzione e l’ultima DS uscita dalla fabbrica fu proprio una Pallas.

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