Classic Citroën Dyane: l’auto dei fricchettoni!!!
* Articolo disponibile anche in versione audio (solo per gli iscritti)

Foto:

E’ stata una delle mie prime auto e vi garantisco che, con quella, si cuccava alla grande. Altro che ID.3, ID.4, Leaf, e tutte quegli elettrodomestici che iniziano per “e”! Al volante della Dyane, con quel cambio spettacolare, quell’enorme volante a una razza, con quelle sospensioni “d’alto mare” e con quei (non) consumi, ci si divertiva davvero. 

Fatta questa doverosa premessa nostalgica, eccoci alla vettura, una dei miti assoluti degli anni ‘70. La Dyane nesce nel 1967 come risposta di Citroën alle richieste di una parte consistente della clientela che desiderava una versione ancora più pratica e moderna della popolare e diffusissima 2CV, sul mercato dal lontano 1948. Ovviamente senza per questo rinunciare alle doti di quest’ultima in fatto di facilità di guida, affidabilità, praticità, economia d’esercizio.

Il risultato fu un modello davvero intrigante, più veloce, comodo, spazioso, con una carrozzeria dalle linee tese (frutto della matita dello stilista Louis Bionier), che disponeva di un pratico portellone posteriore ma conservava l’ampia capote della 2CV ora dotata di un sistema d’apertura semplificato, azionabile anche dall’interno della vettura.

La Dyane offriva quattro posti su sedili molto confortevoli, tanto spazio per le gambe ed una buona visibilità. Inoltre, la sua altezza da terra insieme al grande comfort assicurato dalla morbidezza delle sospensioni ne permettevano l’utilizzo anche su strade dissestate o addirittura laddove le strade non esistevano proprio. In pratica, era l’auto perfetta per andare anche in camporella. Già, la “camporella”! Allora si andava in mezzo ai campi per farsi una bella trombata mentre adesso si tromba sul web; uno di qua e l’altra di là, con in mezzo un cellulare e una diretta facebook o instagramm per far godere migliaia di voyeur, meglio definibili come arrapati. 

Su strade asfaltate, Dyane filava via liscia e sicura, grazie alla sofistica sospensione interconnessa, morbida e precisa, coricandosi in curva ma senza mai staccare le ruote da terra e grazie ad una aerodinamica piuttosto curata, garantiva ottime medie anche in termini di velocità.

La meccanica, derivata da quella collaudatissima della 2CV, era straordinariamente solida: la trazione era anteriore, il motore boxer bicilindrico di 425 cc era raffreddato ad aria, l’accensione era comandata direttamente dall’albero a camme, l’alimentazione avveniva tramite un carburatore che sfruttava la ventola di raffreddamento per aumentare il volume d’aria immesso nei cilindri. Come sulla 2CV, in caso d’emergenza – gran figata - era possibile avviare il motore con una manovella esterna, da inserire nell’apposito foro sulla mascherina anteriore.

Foto:

Contrariamente alle aspettative, però, l’accoglienza in patria (si sa che i francesi non capiscono un cazzo) di questa Dyane (successivamente denominata Dyane4) fu piuttosto fredda. Secondo la stampa francese non offriva sufficienti motivi per giustificarne l’acquisto al posto della gloriosa 2CV, ormai diventata una sorta di “monumento nazionale” all’automobile francese.

Fu la Filiale italiana Citroen a trovare la soluzione al problema: dotare la Dyane di un motore più performante, quello della berlina compatta Ami6. Si trattava sempre di un bicilindrico ma di 602 cc, contro i 425 cc degli esemplari venduti al di là delle Alpi. La potenza (inizialmente 28 CV, poi 35 CV già nel 1969) spingeva la vettura a sfiorare i 120 chilometri all’ora, che si raggiungevano in quarta marcia ben al di sotto del regime massimo di rotazione del motore.

Presentata alla Stampa italiana nel 1967, la Dyane6, come fu poi denominata questa versione potenziata, conquistò immediatamente i giornalisti della Penisola che la valutarono “nervosa”, “funzionale”, “veloce” ed ovviamente “affidabile e confortevole”.

Il grande successo riscosso dalla Dyane nel nostro paese fu accompagnato anche da una efficace campagna pubblicitaria: “Dyane: l’auto in jeans”. Come i jeans, i pantaloni da lavoro che, grazie alla moda Casual che al tempo spopolava, andavano bene per lavorare in cantiere o per andare a cena con gli amici, così la Dyane si trovava a suo agio sia nel traffico delle città sia sulle strade di campagna.

Azzurro e beige furono i colori più popolari sul nostro mercato (la mia era rossa), ma buone richieste furono anche per lo sgargiante Rouge Mandarin, per l’Orange Teneré o per il vivissimo Giallo Calabria. La carriera della Dyane6 terminò nel 1983 con la vendita di un esemplare di colore beige con numero di telaio 83CB5394, proprio là dove era iniziata: in Italia. Vi interessa sapere quante ne furono vendute? La Citroën Dyane fu prodotta in 1.443.583 esemplari, di cui 253.393 in versione furgonetta.

Articoli suggeriti:

(*) Commenti, likes, ricerche, notifiche, articoli in versione audio, assenza di pubblicità e collegamenti ad altri contenuti esclusivi sono solo per gli iscritti a The Garage.

Se ti è piaciuto il post e vuoi vederne tanti altri pubblicati quotidianamente, iscriviti a The Garage!