Classic Come il pulmino della Volkswagen ha spopolato negli States
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Poco più di una settantina di anni fa, la Volkswagen iniziò a produrre il Transporter, nato come veicolo commerciale, fu il primo pulmino della storia e veicolo icona, nel periodo di protesta sessantottino,  impresso nella memoria collettiva. 

Negli anni ’60, sia Jerry Garcia che il pulmino interpretarono la crescente angoscia di una parte degli americani per il ruolo di superpotenza nucleare assunto dal loro paese e per la fede degli States in un consumismo volto a soddisfare un appetito sempre più vorace.

Un certo segmento della società decise così di “avviare il motore, accendere la musica e ritirarsi”, come Timothy Leary, psicologo di Harvard ebbe a dire, focalizzandosi sulla musica rock psichedelica realizzata da band come i Grateful Dead, e viaggiando per il paese a bordo dei pulmini coperti da simboli della pace e fiori.

Quando Jerry Garcia morì nel 1995, la Volkswagen commemorò la scomparsa del fondatore e frontman del gruppo musicale Grateful Dead con la pubblicità di un microbus VW dal cui fanale anteriore di sinistra sgorgava una lacrima. Fu un momento storico che suggellò la fusione tra due simboli della cultura anticonformista e che sancì il riconoscimento della loro influenza sulla società.

“Per molte persone, il pulmino diventò il simbolo della protesta contro le superpotenti automobili di Detroit e contro la società consumistica in generale” racconta Roger White, curatore della storia del trasporto stradale per lo Smithsonian’s National Museum of American History. “Era il loro modo per puntare il dito contro l’establishment”.

Noto come T2, il pulmino era il derivato del VW Beetle, detto Type 1 (il noto Maggiolino) che risale al 1933 quando Adolf Hitler, leader della Germania nazista propose un’ “automobile per le masse”. Nel dopoguerra, la casa automobilistica cercò di espandere la sua linea di produzione offrendo un veicolo che potesse dare una scossa all’industria automobilistica.

“Tale veicolo fu proprio il primo pulmino”, racconta White. “Prima di questo, la gente utilizzava grandi auto o camion per trasportare persone e merci.”

Il primo veicolo entrò in produzione l’8 marzo 1950, nella sede Volkswagen della Germania Ovest, e cambiò il modo in cui mondo guardava alle auto.

Il design del pulmino VW fu ideato da Ben Pon, un importatore olandese di VW Beetles. Fu ispirato a stendere lo schizzo del primo furgone nel 1947 dopo aver visto, nell’impianto della Volkswagen presso cui si recò, parti del pianale imbottito prodotto per il telaio del Maggiolino. Si immaginò così una sorta di estensione del pianale originale da realizzare sullo stesso chassis adattato a furgone destinato a muratori, commercianti, piccoli trasportatori. La casa produttrice tedesca cominciò a familiarizzare con l’idea e finalmente il nuovo veicolo entrò in produzione nel 1950. All’inizio vennero offerte 2 versioni: una combinata, con finestrini laterali e sedili centrali e posteriori amovibili, e l’altra commerciale, essenzialmente una versione base.

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La campagna pubblicitaria della Volkswagen per la nuova linea di prodotti fu un’estensione di quella per il Maggiolino: promozione del suo stile semplice e dell’utilità di possedere un veicolo per la casa, il lavoro e il divertimento. La gente amava il fatto che il pulmino VW potesse trasportare beni di ogni genere e persone. Con un interno spazioso, trazione posteriore e raffreddamento ad aria, si trattava di un veicolo semplice da utilizzare e mantenere. Negli States fu visto come un’alternativa economicamente conveniente alla station wagon familiare.

Ed era appunto divertente da personalizzare. Poco dopo l’uscita dalla catena di montaggio, i proprietari iniziarono ad adattare il proprio pulmino ai loro bisogni. Presto, iniziò ad essere usato come un camper da entusiastici campeggiatori che lo munivano di letti, lavabi, ed altro ancora. La Volkswagen prese nota di questo trend e si accordò con Westfalia, un’azienda tedesca nota per la costruzione di carri e carrelli da trasporto, per iniziare a produrre kit di conversione da furgone a camper. I primi camper della VW Westfalia furono esportati negli Stati Uniti nel 1956.

Il pulmino cominciò presto a diventare un cult per alcuni gruppi. La sua forma a scatola, così diversa da tutto ciò che i maggiori produttori d’auto di Detroit producevano, diventò un simbolo per le persone anticonformiste e controcorrente che volevano distinguersi dal resto delle masse. Alcuni proprietari dipingevano simboli della pace sui loro pulmini, facendo guadagnare loro il soprannome di “hippie bus”.

“Divenne una pratica diffusa tra le persone che rifiutavano la cultura americana mainstream” racconta White. “Era il loro modo di dichiarare – noi non abbiamo bisogno delle vostre grandi automobili V8.” 

Il pulmino VW era anche apprezzato dai membri emarginati della società, che potevano approfittare della sua versatilità per trasportare la gente alle gare, ai seggi elettorali, alle manifestazioni di protesta durante le agitazioni politiche e culturali che caratterizzarono gli anni ’60.

Esiste un pulmino in particolare, un 1966 VW Transporter, che resta oggi un emblema del conflitto raziale che afflisse gran parte dell’America durante quella decade. Fu guidato da Esau e Janie Jenkins nei paraggi delle Sea Islands vicino a Charleston, nel Nord Carolina, ambedue attivisti per i diritti civili dei neri. Lo usarono per trasportare i bambini afro-americani a scuola e gli adulti al lavoro nelle zone del sud in cui vigeva la segregazione raziale. “Esau guidava il pulmino mentre Janie insegnava ai passeggeri come era nato il Sud Carolina,” racconta William Pretzer, curatore senior del National Museum of African American History and Culture. “Loro volevano che la gente fosse cosciente dei propri diritti così che potesse difendersi. Fecero questo per anni.”

Due pezzi di quell’ormai arrugginito e verde furgone sono esposti nel museo, che fu aperto nel 2016 sul National Mall, quell’ampio viale monumentale situato a Washigton DC: un pannello laterale ed un portello posteriore. Ancora visibili su quest’ultimo le parole dipinte dai Jenkins: “l’amore è progresso, l’odio è costoso.”

“Questi pezzi allargano la narrativa di ciò che accadde in quell’epoca,” Pretzer racconta. “Ci aiutano a comprendere il livello di negazione dei diritti civili e il tipo di cittadinanza che esisteva allora. Non è la storia dei neri. È la storia americana.”

Il pulmino VW sopravvisse lungo quell’epoca tumultuosa in America. Ne furono prodotti milioni, ma alla fine la rivoluzione sociale si placò e così pure l’interesse verso il veicolo. La produzione cessò nel 2014.

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