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Quanti di voi se la ricordano? La versione Cabrio di Opel Astra-G debuttò 20 anni fa e fu la prima a risolvere il fastidioso problema del "ballooning".
Ed era costruita anch'essa nello stabilimento Bertone di Grugliasco (Torino). Era una slanciata convertibile a 2 porte dotata di capote azionabile elettricamente tramite un pulsante. Un telecomando, fornito a richiesta, semplificava ulteriormente l'apertura e la chiusura della capote stessa. L'ampia dotazione di serie faceva sì che la nuova Opel Astra Cabrio si prestasse ad un utilizzo anche quotidiano. La vettura disponeva, infatti, di 4 comodi posti, un abitacolo molto spazioso, un grande bagagliaio, sospensioni sportive a geometria DSA (Dynamic SAfety) e 3 brillanti (per quei tempi) ed economici motori ECOTEC a 4 valvole per cilindro. Al vertice della gamma di motorizzazioni c'era un 2.200 a 16 valvole interamente in alluminio da 147 CV (108 kW).
La capote? Conserva la forma e trattiene il calore. Particolare attenzione era stata dedicata dai progettisti al cosiddetto "ballooning" (effetto pallone). In cosa consiste? A quei tempi, quando si vedevano passare ad una certa velocità, molte cabriolet sembravano in procinto di decollare. Il flusso d'aria che penetrava nell'abitacolo, aiutato dal sollevamento della capote causato dall'aria che passa sulla sua superficie esterna, provocava un generale rigonfiamento, davvero molto brutto a vedersi. Ecco, quel rigonfiamento veniva chiamato dai tecnici “ballooning”.
La capote di Opel Astra-G Cabrio riusciva invece a conservare la sua forma originaria anche alle alte velocità. I progettisti avevano condotto a tale proposito prove prolungate alla galleria del vento, indirizzando fasci laser all'interno della capote chiusa per determinarne il reale sollevamento mentre potenti turbine avevano cominciato a simulare il flusso dell'aria sopra la vettura. Risultato: con un vento di 120 km/h, il sollevamento della capote era quasi insignificante (9,5 mm): uno spostamento difficilmente visibile ad occhio nudo.
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Friedrich Kröhle, all’epoca responsabile del progetto Astra Cabrio presso il Centro Internazionale di Ricerche Tecniche Opel di Rüsselsheim, spiegava come il "balloning" fosse in gran parte connesso alla progettazione della vettura. “Fra i fattori determinanti ci sono le differenze d'altezza tra la cornice del parabrezza e lo scomparto dove si ripone la capote”. Questo non era un problema sull’allora nuova vettura il cui tetto scendeva all'indietro come quello di una coupé. Per essere ancora più sicuri che questa automobile non presentasse alcun accenno di "balloning", gli ingegneri Opel avevano applicato la stoffa tramite anelli all'intelaiatura della capote. In altre parole, la capote non aveva nulla da temere dall'aria che le passava sopra. Il problema, semmai, riguardava la temperatura dell'aria all'esterno. Gli automobilisti possono trovare gradevole guidare una cabriolet con il clima invernale, seppure sotto una comoda e sicura capote sollevata? La Opel aveva valutato anche questo aspetto e confermava che non c'è alcun rischio di prendersi un raffreddore - l'isolamento termico era analogo a quello di un'automobile con il tetto di metallo. Speciali macchine fotografiche avevano immortalato il calore che s'irradiava dal tetto di Opel Astra-G Cabrio dopo che la vettura aveva percorso determinate distanze a temperature invernali. In queste particolarissime immagini termiche il tetto appariva assolutamente nero, chiaro indice di un efficace isolamento termico. Una colorazione bianca avrebbe significato invece che il calore veniva irradiato nell'aria circostante, mentre il nero (colore che è all'estremità opposta della scala cromatica) indica un perfetto isolamento.
I tre strati della capote rendevano la vettura perfettamente utilizzabile nel corso di tutto l'anno. Lo strato esterno era in un resistente composto di cotone, poliacrilico e poliestere, resistente agli effetti del clima. Lo strato centrale isolante in poliestere era spesso 10 millimetri. Tratteneva il calore all'interno dell'auto e teneva all'esterno i fastidiosi rumori provocati dall'aria che passava sopra la relativamente ruvida superficie della capote. Dentro la vettura, il rivestimento del soffitto era fatto con un tessuto poliuretano ricoperto in poliestere. Anche sotto un temporale, chi si trovava a bordo di una Opel Astra-G Cabrio non doveva temere di essere meno protetto che all'interno di un'automobile con il tetto rigido.
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Loris Rotelli - 26 Aug 2021
...ho posseduto un'Astra G dal 2000 al 2019.... ...la tanto schernita DTI 16V 101 cv (Sport Edition Irmscher) che, dopo un passaggio da Accinni a Torino a Maggio/Giugno 2000 con 7K Km per l'allora nuovissima rimappatura via OBD, guadagnava in tranquillità l'erogazione del 2.2. da 125 CV... Infinite le soddifazioni in 19 di....incontri ravvicinati con golfdioti, audioti e persino twinsparkdioti... Quella volta che il Fiat Coupé gettò la spugna o l'Alfdiota rischiò lo schianto contro il T.I.R. che provveniva dalla direzione opposta in un sorpasso demenziale, pur di....seminarmi???? Devo dire che, da quest'ultimo episodio in poi, decisi che...il mondo non era pronto per non riuscire ad avere la meglio di una 'modesta' Astra TD .... 19 anni, 380 mila Km, frizione originale... Ah..consumo medio reale 17,3 Km con piede 'pesantino'....non ho quasi mai superato i 20, ma non sono mai sceso sotto i 16....