Storie Detroit: crescita e declino della Motor City
* Articolo disponibile anche in versione audio (solo per gli iscritti)

Foto:

Nessuna invenzione ha avuto maggiore impatto per la vita quotidiana degli americani dell'automobile. I luoghi dove vivono, le abitudini sul lavoro e sui viaggi che intraprendono, perfino i paesaggi e gli ambienti che li circondano sono stati plasmati dall'auto. La città dove maggiormente l'auto ha influito per l'evoluzione sociale, economica, geografica e politica è indubbiamente Detroit.

Nel 1900 Detroit era la tredicesima città più grande degli Stati Uniti e contava 285.000 abitanti, la maggior parte della sua popolazione viveva entro un raggio di pochi chilometri dal centro. Era una città industriale di secondo livello con una base manifatturiera diversificata ed in gran parte incentrata alla produzione di bisogni regionali.
Come la maggior parte delle città industriali del XIX secolo, le produzioni si concentravano lungo il fiume che la attraversava, fiume che forniva l'energia per i macchinari ed una facile via di trasporto per le materie prime in entrata e le merci finite in uscita.

Fu nei 30 anni successivi che l'industria automobilistica decollò vedendo nascere le prime fabbriche di produzione di auto e moltissime aziende di indotto che in qualche modo ne erano legate, dai produttori di macchine utensili alle società di fornitura di componenti.
L'ascesa dell'industria automobilistica di quegli anni trasformò completamente Detroit attraendo oltre un milione di nuovi migranti in città e con la nascita delle nuove tecnologie il paesaggio urbano si rimodellò notevolmente in un modo che rimase tale per parecchi decenni.

La fortuna di Detroit fu principalmente il fatto che si trovò nella posizione ideale, al centro del cuore industriale dell'America; questa posizione privilegiata le permise non solo di essere approvvigionata di tutto il necessario ma anche di trovare un mercato di vendita praticamente appena fuori dai propri confini.
Tutte le materie prime per la produzione automobilistica erano facilmente accessibili alla città dai corsi d'acqua dei Grandi Laghi o per ferrovia. Le regioni carbonifere della Pennsylvania e del West Virginia erano a non più di un giorno di distanza di treno. Le grandi acciaierie di Pittsburgh, Youngstown, Cleveland, Gary e Chicago erano tutte a poche centinaia di chilometri. Le regioni minerarie di ferro e rame del Michigan settentrionale e del Minnesota erano facilmente accessibili via nave.

Ancora una volta si dovette ringraziare Ford che con le sue tecniche di produzione di massa diede vita al nuovo impianto di Highland Park nel 1913 e successivamente Negli anni '20, Dodge costruì l'enorme stabilimento principale di Hamtramck.
Tuttavia l'impianto di gran lunga più ambizioso e che stravolse l'intero paesaggio fu il vasto complesso di Ford River Rouge terminato nel 1927. Lo stabilimento di River Rouge consisteva in ben diciannove edifici separati che si estendevano su una superficie di più di 5 chilometri quadrati. Lo stabilimento di River Rouge era un centro di produzione completamente autonomo dato che era dotato di un porto d'altura artificiale, la più grande fonderia di acciaio del mondo, 150 chilometri di binari ferroviari e di edifici per lo stampaggio, fabbricazione del vetro e l'assemblaggio di auto. Al suo apice l'intero complesso ospitava oltre 90.000 lavoratori.

Foto:

Tutto continuò nel migliore dei modi fino agli anni '50 quando alcune industrie cominciarono a guardare con interesse le regioni a basso salario degli Stati Uniti ed in seguito del resto del mondo. Molte aziende manifatturiere legate all'industria automobilistica si spostarono più a sud in Messico o in Canada, soprattutto negli anni '70 e '80. Ed uno dopo l'altro, i principali stabilimenti automobilistici di Detroit chiusero i battenti.

Il decentramento dell'industria ebbe profondi effetti sulla geografia urbana e sulla popolazione operaia della città. Lo spostamento dei posti di lavoro fuori città accelerò il processo di suburbanizzazione.
I piccoli negozi, i bar ed i ristoranti che si occupavano dei lavoratori durante la pausa pranzo o al cambio turno non ressero al fenomeno e come le fabbriche dovettero anche loro chiudere bottega. I quartieri vicino agli impianti industriali chiusi persero popolazione e senza la possibilità di trovare un lavoro e con le rovine delle vecchie fabbriche tutto intorno divennero luoghi poco desiderabili in cui vivere.

Alla fine del ventesimo secolo l'industria automobilistica rimase comunque il principale datore di lavoro di Detroit e uno dei settori trainanti dell'economia nazionale ma è innegabile il suo deciso ridimensionamento rispetto ai tempi d'oro. Il numero dei dipendenti dell'industria automobilistica diminuì costantemente tra il 1950 e il 1990. A metà del secolo si contavano in 214.000 gli uomini di Detroit che lavoravano nel settore manifatturiero, questa cifra oggi è scesa a poco più di 100.000 unità.

Articoli suggeriti:

(*) Commenti, likes, ricerche, notifiche, articoli in versione audio, assenza di pubblicità e collegamenti ad altri contenuti esclusivi sono solo per gli iscritti a The Garage.

Se ti è piaciuto il post e vuoi vederne tanti altri pubblicati quotidianamente, iscriviti a The Garage!