Curiosità Droni e auto a guida autonoma: ci aspetta un futuro di merda!
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Avete presente le rotaie? Bene, quella di sinistra si occupa di elettrificazione e quella a destra di guida autonoma. Destinazione? Un futuro che più di meda di così si muore. Sempre con la scusa di rispettare l’ambiente.

Secondo i fenomeni dell’automotive siamo a un passo nel vedere sulle nostre strade le auto a guida autonoma. Si stima, infatti, che entro la fine del decennio i veicoli senza pilota saranno effettivamente diffusi. Da Tesla a Volkswagen, passando per Waymo (dietro alla quale c’è Google), Apollo (il marchio di Baidu) e Zoox (di Amazon) sono tante le realtà che stanno spingendo in questa direzione. Il tutto, ovviamente, sbattendosene le palle di cosa ne pensa la gente comune e, soprattutto, di cosa e di come vorrebbe muoversi. La considerazione più allucinante è che il mondo dei trasporti urbani non sarà rivoluzionato unicamente dai veicoli a guida autonoma. Si sta lavorando alacremente anche per introdurre su larga scala l’uso di droni, i quali avranno il compito di trasportare merci da un luogo all’altro delle città. L’uso congiunto di veicoli autonomi, di droni e della robotica avrà diversi effetti. Positivi o negativi? Utili o inutili? Tutto ciò, sempre secondo quei fenomeni del cazzo che ogni un per due sono di fronte alle telecamere o ai telefonini, le congestioni di traffico dovrebbero calare concretamente e l’inquinamento causato dai trasporti dovrebbe ridursi in modo drastico. Fa niente, poi, se le caldaie dei palazzi continueranno ad andare a gasolio o ad altro liquido dannoso; fa niente poi se, come ben spiegato da Greg in un suo recente TheGregGarage, nel meeting di Glasgow i “fenomeni” si sono presentati con più di 450 aerei privati. No, tranquilli. Così non si inquina!?! Il colpevole è e sarà sempre l’auto, quella endotermica. Qualcuno di voi ha sentito qualche dichiarazione di quell’ossobuco di Greta Thunberg? No, comment.

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Grazie alle soluzioni di mobilità autonoma ed elettrica, le nostre città “dovrebbero” diventare più pulite e tranquille, così da rendere più piacevole e sereno il tempo passato all’aperto, nelle piazze e nelle aree verdi. Ve le immaginate le città piene di droni, astronavi, navicelle spaziali e altre cazzate del genere? Non è facile, in effetti, immaginare le nostre città come aree attraversate continuamente, in lungo e largo, da robot e da automobili senza piloti. Quali saranno le conseguenze effettive di questa rivoluzione sull’uso degli spazi urbani? A queste domande hanno provato a dare risposta gli oltre 170 esperti coinvolti dall’Università di Leeds, nel Regno Unito, in uno studio per la valutazione dell’adozione di sistemi di mobilità autonoma all’avanguardia.

Secondo questo studio sull’adozione di sistemi di mobilità autonoma, sia le auto a guida autonoma che i droni si muoveranno utilizzando elettricità, senza dunque le emissioni nocive conseguenti l’uso di combustibili fossili. Grazie all’uso di algoritmi specifici, potranno ridurre le congestioni di traffico, tanto più pensando che il mondo dei veicoli senza pilota si presta alla perfezione al car sharing e al car pooling. Mi sembra di impazzire. Questi sono tutti fuori di testa. Car sharing, car pooling, auto senza conducente, lavastoviglie che vanno “controcorrente”… ma il piacere di guidare non interessa più a nessuno? Il rombo di un motore, le gomme che slittano, le derapate con tanto di freno a mano tirato…

Attenzione, però: sarebbe sbagliato pensare che l’immissione della robotica d’avanguardia nei trasporti urbani possa portare solo benefici. Come hanno fatto notare gli esperti coinvolti nello studio di Leeds, per esempio, gli stessi droni e robot coinvolti, pur non creando emissioni durante l’utilizzo, diventerebbero essi stessi fonti di rifiuti. Va poi sottolineato il fatto che le nostre città non sono progettate per ottimizzare l’uso di veicoli a guida autonoma, di robot e di droni. È possibile quindi che per fare spazio a questi dispositivi si arrivi in taluni casi a sacrificare delle aree verdi urbane, portando a problemi sul lato ambientale e persino sociale.

Da Martin Dallimer, della School of Earth and Environment presso l’Università di Leeds, arriva un campanello d’allarme: “E’ vitale che si cerchi di comprendere tutti i possibili effetti collaterali e rischi del nostro crescente utilizzo di robot e sistemi automatizzati. Sebbene gli impatti futuri sugli spazi verdi urbani e sulla natura siano difficili da prevedere, dobbiamo assicurarci che il pubblico, i responsabili politici e gli sviluppatori di queste tecnologie siano consapevoli dei potenziali pro e contro, in modo da poter evitare conseguenze dannose”.

Appunto, è proprio qui il problema: chi decide per tutti noi, nella stragrande maggioranza, è incompetente, non sa nemmeno di cosa si occupa e, ahimé, non sa fare una “o” nemmeno con un bicchiere.

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