Elettrico Elettrico: ma di cosa stiamo parlando?
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Il processo di elettrificazione procede veloce come un fulmine e, pare, nessuno può fermarlo. Tutti lo vogliono ma in pochi ci credono. E allora, perché non andare contro… corrente? 

Sapete chi è Carols Tavares? E’ un portoghese, amministratore delegato di Stellantis, il nuovo gruppo nato dall’acquisto da parte del gruppo francese PSA (Peugeot, Citroen, DS Automobiles) del gruppo FCA. Ah, proposito, volgio aprire una piccola parentise: i media ruffiani, quelli che si fanno dare soldi da Torino, non parlano di acquisto ma di fusione semplicemente perché esser acquistati è una umiliazione. 

E un gruppo che con i suoi 14 marchi, è il quarto in assoluto. Bene, se da una parte tutti questi brand mettono sul palcoscenico vetture elettriche e/o elettrificate (basta vedere le pubblicità che sparano in televisione), dall’altra è proprio il suo grande capo a sostenere che c’è qualcosa che non funziona, e che forse il passaggio all’elettrico non è poi così imminente.

Il punto focale è nelle modalità con cui quest’ultimo è gestito dai governi. Tavares, fino ad oggi, ha espresso tali giudizi sempre in modo pacato. Le sue ultime dichiarazioni, tuttavia, appaiono molto più dure e dirette. L’attacco è rivolto direttamente ai governi:

“Se offri una mobilità pulita accessibile solo ai clienti ricchi, non avrai un impatto significativo sulle emissioni di carbonio – ha dichiarato mezzo incavolato- È difficile vendere un’auto a batteria da 30 mila euro quando le persone possono acquistare il corrispondente modello tradizionale alla metà del prezzo”.

Cacchio, e se lo dice Tavares avrà pur un peso, no?

La sfida è quindi tutta concentrata nel riuscire a mantenere accessibili le vetture a batteria. Una sfida particolarmente complessa resa ancora più problematica dai recenti eventi che hanno portato alla crisi dei semiconduttori. Tavares si è espresso anche su questo: “Più a lungo durerà la crisi dei chip, più difficile sarà sostenere l’attuale modello di business dell’industria automobilistica”.  

Crisi dei conduttori. Per le Case automobilistiche danno per 110 miliardi.

 In un mondo dove le automobili assomigliano sempre di più a smartphone su quattro ruote, le case automobilistiche subiscono alla grande il colpo della carenza globale di semiconduttori. Secondo l’ultimo report targato AlixPartners, infatti, l’attuale crisi dei chip costerà all’industria automobilistica 110 miliardi di dollari solo nel 2021, con una stima che vede al rialzo dell’81,5% la già drammatica previsione di gennaio, quando le perdite potenziali derivanti dal taglio della produzione erano state stimate in 60,6 miliardi di dollari. Nello specifico, AlixPartners prevede che saranno ben 3,9 milioni i veicoli in meno prodotti a livello globale, con produttori come Ford Motor e General Motors che si aspettano perdite nel 2021 rispettivamente pari a circa 2,5 miliardi di dollari. 

Tavares conclude.

Il grande capo, poi, ha sottolineato come anche l’aumento in generale del costo delle materie prime non permetterà sul breve e medio termine di ridurre il prezzo delle vetture elettriche.

Tavares, infine, si è espresso anche sul tema della guida autonoma che a suo avviso “non prenderà mai il sopravvento completamente: ci sarà sempre spazio per il piacere di guida”. E allora, di cosa stiamo parlando? Perché non lasciare le cose come stanno?

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