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Anno 1957: qualche mese dopo il lancio della nuova Fiat 500 si iniziò a parlare delle Abarth 595 e 695.
Carlo Abarth, già noto e stranoto per le sue elaborazioni sulla Fiat 600, non perse l’occasione per intervenire a modo suo anche sulla nuova nata, che prometteva grande popolarità per via del prezzo contenuto. Dal punto di vista estetico troviamo la verniciatura e cerchi bicolore, pneumatici con la fascia bianca, il fregio anteriore cromato con lo stemma Abarth e relative scritte identificative. Gli interventi meccanici andavano dall’adozione di pistoni ad alta compressione, un albero a camme speciale, la coppa dell’olio maggiorata e carburatore e scarico modificati. La preparazione della testa e l’albero motore equilibrato elevarono la potenza a 19 CV, buoni per toccare i 100 km/h, ben più dei “miseri” 85 km/h raggiungibili coi soli 13 CV di serie.
Il risultato spinse la Fiat a supportare la preparazione di una 500 ‘derivazione Abarth’ per tentare di battere una serie di record a Monza. Così, il 13 febbraio 1958, scese in pista una vettura ulteriormente preparata che centrò l’obiettivo, conquistando sei primati. Un risultato che entusiasmò i dirigenti di Mirafiori e fece crescere la reputazione di Carlo Abarth con i vertici della FIAT, che da allora acconsentirono a una sua collaborazione più diretta con la Casa madre.
Il primo risultato di questa collaborazione fu la FIAT 500 Sport nata per tenere alto il nome FIAT nelle gare per le vetture di questa categoria. Il debutto avvenne alla 12 ore di Hockenheim, il 26 maggio 1958, dove furono iscritte una trentina di 500 Sport, le migliori delle quali occuparono i primi quattro posti in classifica di classe. Oltre alle vetture complete, allestite nell’officina Abarth partendo da vetture semi finite fornite direttamente da FIAT, viene commercializzato anche un ‘kit’ di trasformazione che consente a chiunque di elaborare la propria 500.
Benvenuta 595. Nel 1961 la FIAT presenta la Nuova 500 D, che tra le numerose migliorie annovera anche il montaggio del motore della Sport da 18 CV, dimostratosi affidabile anche per una vettura di grande serie. Abarth deve quindi fare un altro passo in avanti che continui a distinguere le sue vetture da quelle di serie, e per questo, nel settembre 1963, presenta la Abarth 595 che è posta in vendita a 595.000 lire, 145.000 lire più della 500 D. La grande richiesta consente di impostare una produzione tale da raggiungere presto i fatidici 1.000 esemplari necessari per le omologazioni sportive. Inizialmente sarà di 70 vetture al mese, ma diventeranno ben presto 250, così da allestire al più presto le 1.000 unità necessarie all’omologazione sportiva. Nel motore l’aumento di cilindrata da 499,5 cc a 593,7 cc è ottenuto aumentando l’alesaggio da 67,4 mm a 73,5 mm mantenendo la corsa invariata a 70 mm. Per fare questo le canne vengono ricavate da un unico blocco fuso in ghisa che inserito nel basamento rende il tutto più rigido e stabile sotto carico. Il raffreddamento, ovviamente, resta ad aria forzata. I pistoni, speciali, hanno il cielo molto bombato per aumentare il rapporto di compressione da un modesto 7:1 a 9,5:1. Le molle di richiamo delle valvole sono speciali e anche l’albero a camme è specifico.
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All’alimentazione provvede un carburatore monocorpo invertito Solex 28 PBJ che prende il posto dell’originale Weber 26 IMB4 mentre allo scarico sui primi esemplari è il Record Monza con doppi terminali cromati da 28 mm, presto sostituito da un tipo coi terminali di diametro maggiore. Per migliorare la lubrificazione viene montata una pompa a ingranaggi che pesca sul fondo di una nuova coppa dell’olio, realizzata in fusione di alluminio, fortemente alettata e con una grande scritta Abarth ben visibile, che dai 2,5 litri originali passa dapprima a 3,5 litri e successivamente, dal 1964, a oltre 4 litri. Tutto questo, unito al ‘blue printing’ dei componenti interni porta la potenza da 22 CV a 27 CV a 5.000 giri/min con un cospicuo aumento della coppia massima, che passa da 3,6 kgm a 5 kgm, sempre al regime di 3.500 giri/min. Freni, sospensioni e cambio restano gli stessi della 500 di serie, in quanto ritenuti più che sufficienti per ottemperare all’aumento delle prestazioni, che in termini di velocità massima aumentano del 20%, arrivando a sfiorare i 120 orari.
Per soddisfare le aspirazioni della clientela più corsaiola, nel febbraio del 1964 viene presentata la 595 SS, con potenza portata a 32 CV grazie a un carburatore monocorpo invertito Solex 34 PBIC montato su un collettore speciale ricavato in un’unica fusione di alluminio col coperchio delle punterie. L’ingombro del carburatore obbliga a ulteriori modifiche, a cominciare dall’abbassamento di tutto il blocco motore di circa 10 mm per fargli spazio e l’eliminazione della serratura di chiusura del cofano posteriore, posizionato proprio dove ora c’è il raccordo che, tramite un manicotto in gomma, collega il carburatore con la scatola d’alluminio che contiene il filtro dell’aria. Per tenere chiuso il cofano vengono utilizzati i caratteristici elastici di gomma sagomati, che diventeranno un segno distintivo delle Abarth e, in generale, delle elaborazioni sportive su ogni tipo di vettura di serie.
Con maggior cilindrata arriva la 695. Nel marzo del 1964 la piccola Abarth subisce un’altra metamorfosi per generare le 695 e 695 SS che, con la cilindrata aumentata a 689,5 cc portando alesaggio e corsa alla medesima misura di 76 mm, salgono di potenza e prestazioni. La 695 eroga 30 CV mentre la 695 SS arriva a ben 38 CV con velocità massima di 140 km/h. La 695 mantiene il carburatore Solex 28 PBJ o IMB2, mentre la SS monta un Solex 34 PBCI, lo stesso della 595 SS, che per essere montato richiede un collettore speciale. La coppa dell’olio aumenta ancora di volume ed esibisce una grande scritta Abarth impressa sulla fusione d’alluminio.
La storia delle 595/695 prosegue parallelamente all’evoluzione della vettura da cui derivano, passando dalla F (1965) alla L (1968) per concludersi nel 1971, quando la Abarth diviene completamente proprietà della FIAT e si dedica ad altre attività sportive, consegnando così alla storia la gloriosa piccola bicilindrica.
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Giovanbattista Profumo - 12 Sep 2021
Mitico cinquino Abarth!