Curiosità Guida autonoma. La montagna partorirà un topolino?
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Mi trovavo in questi giorni, a seguito della lettura di un articolo, a fare il punto sulla guida autonoma, in questo articolo quella sola di Elon Musk ammetteva che "realizzare la guida autonoma è più difficile di quanto pensasse". Questo a suo dire è il motivo giustificante il ritardo della piena realizzazione del Tesla Vision, il sistema di Auto-pilot che fa uso di telecamere. Il concetto iniziale del Tesla Vision doveva però integrare due diversi sistemi, quello facente uso di telecamere e quello basato sui radar, la soppressione di uno dei due sistemi è, a mio modo di vedere, un cambiamento in negativo non da poco, dato che i due sistemi si sarebbero dovuti integrare per sopperire agli eventuali propri limiti tecnologici. Sarà stata una scelta basata su una questione di riduzione di costi!?

La prima volta che personalmente lessi e sentii parlare di guida autonoma fu con il progetto Argo intrapreso da 4 temerari ricercatori dell'università di Parma. Nel lontano 1998 “accrocchiarono” una Lancia Thema con due telecamere ai lati del parabrezza, un servomotore collegato tramite cinghia al piantone dello sterzo, un pc dotato di apposito software ed un normale tv portatile a colori a fare da monitor. La loro invenzione riuscì a percorrere più di 1.800 km di autostrada limitando l'intervento del guidatore a solo un 6% delle manovre, veramente roba da applausi.

L’evento all’epoca ebbe un certo rilievo in tv e sulla stampa specializzata e di istinto subito pensai “ma se sta cosa passasse, ad esempio, in mano a Bosch, certamente nel giro di 10 anni ci ritroveremo come optional la possibilità di lasciare il volante alla guida autonoma quantomeno in autostrada e su strade a scorrimento veloce”, invece...

Invece sono passati 23 anni e siamo ancora qui a baloccarci tra 5 livelli di guida autonoma, i cui primi 3 sono gadget più o meno già utilizzabili a seconda delle condizioni, il quarto, secondo le leggi vigenti, richiede al momento ancora la piena presenza vigile del conducente, venendo così assurdamente meno alle sue prerogative di sollevare l’automobilista dalle incombenze della guida. Quindi niente sonnellini, niente spippolamenti con lo smartphone, chiaccherate a quattrocchi col passeggero affianco, lettura di news sullo schermone dell’auto.

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Per il livello 5, ovviamente il più interessante, ci vorranno necessariamente ancora un po’ di anni per superare gli ostacoli legali legati alla responsabilità in caso di incidente e tecnologicamente riuscire a raggiungere la piena affidabilità di guida autonoma. Affidabilità che sarà, con ogni probabilità, inizialmente “garantita” solo in determinati ambiti come specifiche strade dotate di precisi standard certificati a cui si dovranno adattare tutti i sistemi di guida autonoma che vorranno entrare in questo mercato. Scordandosi quindi di poter girare inizialmente in città, ne varrà la pena tirare su questo circo per poter girare unicamente su qualche “autostrada” dedicata?

Infine la questione 5G, tecnologia sbandierata da alcuni come la soluzione definitiva per rendere sicura la guida autonoma; a tal riguardo molti esperti hanno già messo in guardia la debolezza di affidarsi a reti di dati trasmessi on air, che, come tutte le reti informatiche, è suscettibile di attacchi hacker grazie ai quali potenziali malintenzionati potrebbero mettere in crisi il sistema con un click creando, nella migliore delle ipotesi, disastrosi ingorghi di traffico. E poi, se alla guida autonoma serve un collegamento wi-fi, che guida autonoma è alla fine?

autore: ilDUCA

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