Attualità Invasione Ucraina: anche il mondo dell’auto se la fa sotto!
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Chi se la passerà peggio, probabilmente, saranno Renault, Stellantis e Volkswagen perché, in quelle zone, sono i costruttori più esposti. Questi tre gruppi europei, infatti, hanno importanti stabilimenti e interessi in Russia. Tra gli altri gruppi spiccano in particolare le operazioni industriali in Russia di Mercedes-Benz e di Ford. A Kaluga, cioè a 180 km a sud di Mosca, Stellantis produce i van, in joint venture con Mitsubishi, per Fiat, Peugeot, Opel e Citroen. La previsione era di esportare 10.000 furgoni nei prossimi mesi verso l’Europa: un'operazione che il Ceo Carlos Tavares ha annullato proprio alla vigilia dell'attacco, sottolineando: "Sposteremo la produzione altrove".

A calmare le acque ci ha pensato Richard Palmer, direttore finanziario di Stellantis, dicendo che la situazione in Russia non ha al momento prodotto conseguenze negative sul gruppo a livello finanziario. Quando si fanno queste dichiarazioni, la storia insegna che c’è da preoccuparsi.

La capacità produttiva di Volkswagen in Russia, più precisamente nello stabilimento di Kaluga, supera le 150.000 unità all’anno fra modelli di punta come Tiguan, Polo, Skoda Rapid, più l’assemblaggio di super tombini come Audi Q7 e Q8, molto forti nel mercato di lusso interno.

Anche Renault se la sta facendo sotto perché la Russia rappresenta per il gruppo francese il secondo mercato dopo la Francia. 

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"Stiamo monitorando la questione con grande attenzione” ha dichiarato un abbastanza preoccupato Luca de Meo, Ceo di Renault. Il gruppo francese è quello con la maggiore esposizione in Russia tra i concorrenti, vista la quota di controllo in Avtovaz, costruttore russo fondato nel 1966, e due stabilimenti tra Togliatti e Mosca dove si produce anche la Lada Niva.

Tra i costruttori che hanno operazioni industriali in Russia ci sono anche Mercedes-Benz e Ford. Mercedes ha aperto nel 2019 una fabbrica da mille dipendenti vicino a Mosca per la produzione della Classe E e del SUV Gle, mentre Ford assembla i suoi veicoli commerciali in Russia con il partner locale Sollers. Nel 2019 il costruttore americano ha deciso, a fronte di un ridimensionamento, di uscire dal mercato russo e di chiudere due stabilimenti a San Pietroburgo e in Tatarstan. In tutto questo va’ ricordato che fra le sanzioni previste da parte di Europa e Stati Uniti nei confronti della Russia ci sarebbe anche quella di non inviare più microcip, parti di ricambio e componentistica in generale.

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