Storie La visione dell'utilitaria di Henry Ford
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L'automobile fu introdotta negli Stati Uniti verso la fine del 1800 sotto forma di giocattolo costoso per ricchi facoltosi; il suo prezzo all'epoca era elevatissimo dato che i modelli più economici partivano dai 600 dollari per raggiungere addirittura i 7500 dollari per i modelli di punta. Le famiglie facoltose come i Vanderbilt ed i Rockefeller usavano le proprie auto non come mezzi di trasporto ma come mezzi sportivi o per ostentare il proprio stile di vita decisamente agiato. Furono infatti i ricchi a dare il via alle prime "competizioni" gareggiando fra di loro, sfilando e facendo tournée in pubblico con i loro costosi veicoli.
Il design di queste prime automobili già denotava buon gusto e spesso erano vere e proprie opere d'arte. Progettate e costruite da abili artigiani carrozzieri come i Brewster, i Fleetwood ed i Judkins, i corpi vettura venivano modellati con le forme della moda dell'epoca e rifiniti con più strati di vernice laccata.

Tuttavia, pionieri automobilistici come Henry Ford videro le potenzialità dell'automobile come strumento di trasporto di massa in una nazione di grandi distanze. Da bravo ragazzo di campagna Ford era originariamente motivato dal desiderio di alleggerire la fatica dei contadini e di aiutarli a trasportare le merci dalla fattoria al mercato. Fu così che nel 1908 la sua Ford Motor Company introdusse un'auto per le masse, la Model T.
L'auto era l'essenza del veicolo utilitario senza fronzoli: leggero, robusto, semplice, privo di accessori non essenziali e venduto inizialmente all'abbordabile prezzo di 825 dollari. Ogni appassionato di automobili poi sa che per costruire la sua utilitaria a buon mercato, Ford aprì la strada alla produzione di massa, combinando elementi inventati da altre industrie e singoli inventori in un nuovo sistema di produzione. Ha elaborato quali fossero i mestieri qualificati che dominarono il primo processo di produzione automobilistica e li suddivise in compiti semplici e individuali, in modo che potessero essere eseguiti da lavoratori anche non qualificati utilizzando però macchine specializzate. Quindi dispose questi compiti in linee di produzione e assemblaggio tra loro concatenate. Queste linee ottennero un aumento della produttività riducendo al minimo la quantità di tempo e manodopera impiegata. Poiché i lavoratori non qualificati impiegati con questi nuovi metodi erano anche più a buon mercato e più abbondanti degli artigiani qualificati, la produzione di massa ridusse notevolmente di conseguenza i costi di produzione delle automobili. L'incredibile successo di questa sua intuizione spinse facilmente Ford nel 1910 ad abbandonare la produzione degli altri suoi due modelli e produrre solo il Modello T per i successivi diciassette anni.

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Con l'avvento della produzione di massa le carrozzerie si semplificarono rivoluzionando la tradizionale ricerca e cura estetica del particolare, dato che la principale preoccupazione era la produzione a basso costo di gusci robusti e durevoli per gli occupanti delle auto. Il risultato delle auto prodotte in serie come il Modello T fu la sostanziale messa su strada di auto dalle linee piatte, squadrate, nere e dall'aspetto frammentato. Il piattume e la linearità delle lamiere erano dettate dall'utilizzo massiccio delle presse metalliche e dei saldatori, che trovavano ovviamente più difficoltà a saldare i pannelli curvi caratteristici delle carrozzerie artigianali. L'aspetto non uniforme ma frammentato dell'insieme derivava dalla necessità di eseguire un assemblaggio rapido, che lasciava poco tempo per l'adattamento e la finitura. Per quanto riguarda il risparmio per la vernice, ricordiamo il famoso concetto paradossale di Henry Ford quando decretò che i clienti potevano avere un Modello T in qualsiasi colore desiderassero, purché fosse nero.
Il metodo artigianale per rifinire cromaticamente le carrozzerie dell'epoca richiedeva un lavoro fino a venti mani di vernice laccata che si concludeva grossomodo nel tempo di un mese. Ford invece introdusse un metodo che faceva scorrere lo smalto sulle carrozzerie e per farlo asciugare rapidamente utilizzava forni meccanizzati, riducendo il tempo necessario a circa quattro ore; peccato che l'unico inconveniente riscontrato fosse che il calore elevato dei forni cambiava tutti i pigmenti di colore in modo incontrollato, tranne che il colore nero.

Quanto sopra spiega come mai il Modello T di Ford non era solo economico, ma sembrava anche economico. Fortunatamente per lui questo aspetto importava assai poco alla maggior parte degli americani di modeste rendite che le acquistavano, essendo principalmente interessati ad un modo economico, affidabile ed efficiente per potersi spostare da un luogo all'altro. Nel 1923 l'efficienza della produzione di massa arrivò ad abbassare il prezzo del modello a soli 265 dollari raggiungendo l'incredibile risultato che metà delle auto in tutto il mondo erano Model T.

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