Classic Melkus RS 1000, la sportiva nata oltre la cortina di ferro
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Non so quanti di voi abbiano vissuto i tempi della guerra fredda e si ricordino del drammatico divario economico che distingueva la Germania dell'Est da quella dell'Ovest o in generale dall'occidente, ma vi assicuro che in quegli anni concepire una vettura sportiva oltre cortina era quantomeno un'idea folle.
Tuttavia in qualche paese "sotto la protezione" dell'Unione Sovietica qualche esemplare unico nel suo genere riuscì a nascere nonostante una fornitura molto limitata di parti, materiali e motori, per non parlare poi della esigua capacità di acquisto dei pochi possibili acquirenti.

La storia della Melkus, azienda tedesca con sede a Dresda, ebbe inizio nel 1959 grazie al suo fondatore Heinz Melkus, pilota di successo e vincitore anche di parecchie corse automobilistiche, con l'intento di costruire auto da corsa monoposto e auto sportive da strada.

Il risultato più di successo della sua attività fu la Melkus RS 1000, un'auto sportiva dalle tipiche linee anni '60 che strizzava l'occhio, a suo modo ovviamente, alle forme delle Ferrari dell'epoca.
Di questo modello, prodotto per ben 10 anni dal 1969 al 1979, ne furono costruite solo 101 esemplari e si ritiene che oggi ve ne siano ancora 80 in grado di circolare.

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La Melkus RS 1000 fu realizzata con carrozzeria in fibra di vetro e come si può dedurre già dal suo nome montava un motore ad 1 litro, più precisamente montava originariamente un motore a tre cilindri da 992 cc a due tempi, raffreddato a liquido, realizzato da un'altra casa automobilistica della Germania dell'Est, la Wartburg.
Il motore produceva una potenza di circa 68 CV ​​a 4.500 giri/min e la trazione posteriore veniva fornita grazie alla modifica della trasmissione a 5 velocità proveniente dalle pluri-collaudate Trabant e Wartburg 353.
In un contesto storico dove le auto raggiungevano a mala pena i 100 km/h, questa sportiva era in grado di raggiungere i 165 km/h.

Gli interni erano spartani, la vettura era dotata di due posti e presentava un piccolo tunnel centrale che ospitava il cambio ed il freno a mano.
Molti dei pezzi di costruzione spesso erano recuperati direttamente dagli sfasciacarrozze piuttosto che dover attendere i tempi biblici delle forniture ufficiali.

Nonostante l'assenza di gallerie del vento a disposizione e con le scarse competenze presenti oltre cortina, Melkus e il suo team riuscirono a creare una carrozzeria decisamente aerodinamica, donando alla vettura un muso basso, fari coperti e porte ad ala di gabbiano.
Ad eccezione del parabrezza, tutti i vetri utilizzati nell'auto erano semplicemente piatti, e le parti come specchietti retrovisori, maniglie delle porte, cerniere e indicatori erano tutte fornite da altre case automobilistiche.

Le sospensioni anteriori erano indipendenti mentre quelle posteriori erano con molle elicoidali, i freni erano a tamburo sia nella parte anteriore che posteriore.

L'azienda di Melkus cessò l'attività nel 1986 a causa delle difficoltà economiche che il paese attraversava negli anni a ridosso della caduta del muro di berlino, avvenuto da li a pochissimi anni.

Heinz Melkus, in seguito, avviò una concessionaria BMW sempre a Dresda e molti anni dopo il figlio Peter Melkus, nel 2006 rilanciò il marchio di famiglia offrendo una nuova versione dell'auto chiamata Melkus RS 2000, ma questa è un'altra storia...

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