Attualità Mercato auto italiano: siamo tutti nella merda
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Se chiedi a qualunque casa automobilistica “com’è andata a febbraio?”, stai tranquillo che tutte (o quasi) ti risponderanno: “Siamo cresciuti dell’n% a fronte di un mercato che ha perso il 25%”. E se tutte sono cresciute, com’è che il mercato è crollato? Qui c’è qualcuno che non la racconta giusta…

L’unica cosa certa è che, in Italia, di auto non si vendono più. O, per lo meno, se ne vendono pochissime. Colpa della pandemia, della guerra, del caro carburanti oppure colpa di un settore che, dopo aver spremuto gli utenti finali, adesso, viene a sua volta spremuto in nome della fantomatica transizione ecologica?

Il mercato auto italiano, anche a febbraio, è completamente crollato. Dopo un inizio di anno con immatricolazioni ridotte di un quinto, infatti, si appesantisce il calo nel secondo mese: con 110.869 vetture immatricolate, siamo a -22,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando il mercato era sostenuto dagli incentivi. Pazzesco, inaccettabile per la patria dei motori.

Sommando le immatricolazioni di gennaio con quelle di febbraio si raggiunge quota 218.716 unità nel primo bimestre dell’anno, che equivale a un calo del 21,1% con quasi 60.000 immatricolazioni perse rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Occhio: ben 125.000 in meno del 2019, l’ultimo anno pre-pandemia. Questo secondo dato è quello davvero indicativo.

“Nelle ultime settimane, peraltro, l’attesa del varo di nuovi incentivi ha contribuito a deprimere ancora di più la domanda”. Sostiene l’Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri. Si attende l’emanazione del decreto attuativo che consenta la più rapida fruizione del fondo, sia pur ridotto a 700 milioni di euro, previsto nel decreto Energia.

I privati non hanno più soldi da spendere in automobili (anche perché l’offerta è a dir poco scadente) ed è inevitabile il tracollo: circa il 26% (a quasi 70.000 unità) sul febbraio 2021 interessato dagli incentivi, per l’attesa dei clienti di possibili sostegni all’acquisto. Chiaro: famiglie spaventate. La quota perde 3,2 punti nel mese, fermandosi al 62,1% (64,3% nel 1° bimestre).

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Il noleggio a lungo termine (sarebbe da spingere con la defiscalizzazione) tiene abbastanza e, con un leggero calo dei volumi del 5,7% (dovuto alla forte contrazione delle Captive), arriva a sforare il 20% di quota sul totale, con 22.200 unità.

Malissimo il noleggio a breve termine che segna un ulteriore tracollo vertiginoso dei volumi, fermandosi al 2,7% di quota e 3.000 immatricolazioni (2,2% nel 1° bimestre).

Crollo di quota delle BEV e un lieve calo anche delle Plug-in, che si fermano rispettivamente al 2,8% e 4,9% del totale (3,1% e 5% in gennaio-febbraio), facendo ancora peggio di gennaio. Una perdita attorno a un terzo dei volumi caratterizza le vendite di auto con motore a benzina e diesel. Insomma, termiche sempre più in difficoltà (per non dire nella merda!).

Ancora una crescita caratterizza le immatricolazioni di auto a GPL, che toccano l’8,2% nel mese e l’8,7% nel cumulato, supportate dall’incremento dei costi dei carburanti; mentre il metano perde quasi il 60% delle immatricolazioni fermandosi all’1,2% del totale.

Tra le carrozzerie in febbraio i crossover per la seconda volta nella storia diventano market leader (come a dicembre 2021), con la quota più alta di sempre, al 43,6% delle preferenze.

Il mercato dell’usato nel mese di febbraio cresce di brutto: +34,3% (su un febbraio 2021), con 406.958 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. 

Quest’ultimo dato dovrebbe farci capire molte cose. Altro che transizione ecologica, cazzi e mazzi…

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