Attualità Mercato auto: è la guerra dei poveri
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Guerra e crisi praticamente stanno decimando il mercato dell’automobile. In Italia, per esempio, le immatricolazioni hanno subito un calo del -33,6% rispetto al 2019, l’ultimo anno “sano”, quello pre-pandemia. Può sopravvivere un qualunque settore merceologico che perde il 33%? Hai voglia a vendere auto elettriche e/o elettrificate!!!

Al calo delle vendite di automobili, ormai, ci siamo abituati da tempo ma a preoccupare è sicuramente il confronto con quello che si vendeva fino al 2019, anno pre-covid 19.

Secondo i dati rilasciati dai fenomeni dell’automotive, quelli che “danno i numeri” dalla mattina alla sera, infatti, il mercato delle autovetture in Europa Occidentale nel primo trimestre del 2022 ha perso il 33,6% rispetto al gennaio-marzo 2019, e il risultato è negativo anche rispetto al primo trimestre 2021 (-10,6%). I motivi? Le solite scuse. L’attesa degli incentivi. Ed è l’Italia, soprattutto, a trascinare in basso il mercato europeo registrando il peggior risultato trimestrale fra tutti i 30 Paesi europei con un calo del 24,4%, e la seconda peggiore fra i 5 grandi mercati nel mese di marzo con -29,7% (lievemente meno negativo rispetto al 30,2% della Spagna). 

“Il mese di marzo è stato il nono mese consecutivo di calo – ha dichiarato Paolo Scudieri, presidente dell’Associazione Nazionale Filiera Automobilistica - con i cinque mercati principali che registrano tutti un bilancio negativo a due cifre. Le interruzioni lungo la catena di fornitura di materie prime e componenti, ulteriormente esacerbate per effetto del conflitto Russia-Ucraina, hanno un impatto fortemente negativo sulla produzione di autoveicoli, caratterizzata da rallentamenti e blocchi che finiscono per incidere su tutti i comparti della filiera. Una situazione che mette a dura prova le imprese nel far fronte alla programmazione delle attività e alle maggiorazioni dei costi, e che richiede interventi straordinari da parte dei governi per gestire la crisi. In Italia, auspichiamo che gli incentivi che risulteranno presto accessibili risollevino le immatricolazioni, in particolare delle vetture elettrificate, proseguendo nel percorso di decarbonizzazione della mobilità». 

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Quindi, è colpa della pandemia, della guerra, poi della mancanza di bulloni etc. E’ sempre colpa di qualcos’altro o qualcun altro: non è che per caso è colpa anche di chi vuole imporre l’elettrico a tutti i costi in un periodo dove la gente comune fa fatica ad arrivare al 20 del mese (fino a qualche tempo fa si diceva alla fine del mese)? Se sono in difficoltà economica come potrò mai pensare di spendere minimo 30/35 mila euro per una vettura 100% elettrica quando con la metà dei soldi riuscirei ad acquistare una vettura “normale” che mi permetta di andare dal punto A al punto B? Come si diceva una volta, si fa di necessità virtù. Ma qui, di virtù, ce n’è davvero poca. Tutti a speculare, tutti a fottersene delle necessità e dei problemi altrui. Se la tendenza è e sarà sempre negativa, perché mai bisogna spremere a tutti i costi le persone? Siamo in crisi? Cé la guerra? Bene, anzi no: male! Lasciamo stare temporaneamente la transizione ecologica, rallentiamola e permettiamo a tutti di guidare le auto endotermiche. All’elettrico ci penseremo quando il mondo starà un po' meglio.

Tornando ai dati delle vendite auto, per avere un’idea più precisa della gravità della situazione, proiettando il risultato del primo trimestre sull’intero 2022 si ottiene, in Europa, un volume di immatricolazioni di 10.389.645 unità, con un calo di quasi di 5,5 milioni di auto rispetto al 2019. Si sfiorerebbe così il livello ottenuto nel 1993 nel pieno di una gravissima crisi economica. Mah, sì, chi se ne frega. Tanto ci sono le auto elettriche…

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