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Presentata nel 1986, ebbe l’arduo compito di sostituire la Rekord. Nel 1987 vinse il premio Auto dell’anno mentre nel 1994 fu lanciata la seconda generazione. Grande macchina…
Quando, nella seconda metà degli anni Ottanta, Opel abbandonò un nome “sicuro” come Rekord che da circa trenta anni faceva parte della sua tradizione e chiamò Omega la sua nuova ammiraglia, fece una mezza rivoluzione stilistica.
Basta guardare la linea della prima serie Opel Omega, infatti, per rendersi conto di questa inversione di tendenza. Il frontale spiovente, le fiancate lisce, i finestrini avvolgenti creavano una forma molto slanciata che si traduceva in un coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx), compreso fra 0,28 e 0,30 a seconda delle versioni. Tutto questo permise alla casa tedesca di vincere il secondo premio “Auto dell’Anno” nel giro di tre anni (dopo quello conquistato nel 1985 con la Opel Kadett-E).
Berlina e Station Wagon. La prima generazione di Opel Omega era disponibile in due soli tipi di carrozzeria (berlina 4 porte tre volumi e station wagon), ma con un’ampia varietà di motorizzazioni: dai benzina di 1.800 cc e 2.000 cc ai 2.300 Diesel e turbodiesel fino a poderosi 6 cilindri 3.000 a 12 e 24 valvole da 177 CV (130 kW) e 204 CV (150 kW).
La Omega era una delle poche 2 litri europee equipaggiate di convertitore catalitico a tre vie e aveva le sospensioni tipo DSA (Dynamic Safety) la cui particolare geometria permetteva di contrastare efficacemente la tendenza a sbandare in caso di frenata su un fondo stradale con diversa aderenza.
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La seconda generazione. Ai primi di marzo del 1994 entrò in produzione la seconda generazione di Opel Omega che fu contemporaneamente esposta in anteprima mondiale al Salone di Ginevra. Lo sviluppo dei motori si era concentrato sulla riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni allo scarico. I nuovi motori a benzina ECOTEC a 4 e 6 cilindri con distribuzione a 4 valvole per cilindro da 136 CV (100 kW) fino a 210 CV (155 kW) rispondevano già alle severe normative comunitarie sulle emissioni proposte per il 1996 e consumavano fino al 12,5% in meno rispetto ai loro predecessori. Il nuovo sistema di aspirazione a 3 fasi Multi Ram conferiva ottime doti di coppia motrice ai motori V6 di 2.500 e 3.000 cc. Analogamente il nuovo 6 cilindri turbodiesel da 130 CV (96 kW) consumava in media solo 7,4 litri di gasolio ogni 100 km con emissioni di particolato contenute entro 0,08 g/km. Il consumo medio dell'intera gamma Opel Omega era stato ridotto di oltre l'8%.
La nuova Opel Omega era più lunga, larga e alta della serie precedente. Spostando in avanti il parabrezza di 186 mm, Opel aveva aumentato notevolmente lo spazio a disposizione per le gambe degli occupanti. La carrozzeria più larga accresceva la sensazione di maggior spaziosità interna. La versione Station Wagon aveva una capacità massima di carico di 1.800 litri. Ripiegando lo schienale del sedile del passeggero anteriore, era possibile ricavare una superficie piana di carico di 2,9 metri di lunghezza.
La nuova Opel Omega era dotata di serie, inoltre, di airbag "full-size" lato guida e lato passeggero, pretensionatori delle cinture di sicurezza anteriori con arrotolatori nascosti, doppie barre d'acciaio anti-sfondamento ed imbottiture ad assorbimento d'energia inserite nelle porte.
Particolare curioso. Mentre gli esemplari della prima generazione furono venduti in Gran Bretagna dalla consociata Vauxhall con il nome Carlton, quelli della seconda si chiamarono Omega come quelli venduti nel resto d’Europa.
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Steve Gallosky - 16 May 2022
Buonasera , appena acquistato una berlina 2.5V6 automatica del 97 con 52000 km unico proprietario . . . . non appena possibile se fa piacere posterò qualche foto e qualche impressione di guida