100% elettriche, ibride con o senza la spina: sembra che le vetture alimentate in modo tradizionale (benzina e diesel) siano scomparse dalla faccia della terra. In realtà…
Sfido chiunque a trovare una pubblicità, su carta stampata, TV o canal social, di un’auto a benzina o diesel. Ormai – pare – non esistono più. Ci stanno talmente bombardando con questo processo di elettrificazione che “prendi la scossa” anche semplicemente passeggiando. Poi, stai guidando in tangenziale o in autostrada e non incroci una vettura elettrica nemmeno a pagarla. Vai a vedere i numeri e ti accorgi che è tutto ‘drogato’: “Nel primo trimestre 2021 abbiamo venduto il 200% in più di auto elettriche rispetto allo stesso periodo del 2020”. Ci credo, nel 2020 quasi non esistevano.
Per darvi un’idea di come stanno andando le cose, prendiamo a riferimento i dati del mese di marzo 2021 rilasciati da UNRARE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli esteri) affinché voi possiate trarne le vostre personali conclusioni.
Diamo i numeri.
“Le alimentazioni confermano l’ascesa delle auto ibride che, anche in marzo, grazie agli incentivi, sono la seconda motorizzazione preferita dagli italiani e, con il 27% di quota di mercato, sorpassano il diesel in progressivo calo, al 24,4% di rappresentatività. Nel cumulato le ibride presentano una quota del 26,8% e il diesel del 25,4%. Stabile al primo posto il motore a benzina al 31% a marzo e al 33,1% in gennaio-marzo. Il metano sale al 2,6% di quota (2,3% nel cumulato), il Gpl si posiziona al 6,1% (5,8% in gennaio-marzo). Gli incentivi per le vetture a bassissimo impatto evidenziano in marzo un boom per le auto plug-in salite al 4,5% di quota e per le BEV al 4,3% (rispettivamente al 3,6% e al 3% di rappresentatività nel cumulato)”.
Letto (e scritto) così, si ha semplicemente la percentuale raggiunta dalle auto 100% elettriche ma nessuno dirà mai quante ne sono state vendute: 100, 200, 3,000, 10.000. Boh! E se qualcuno lo dice, nel calderone ci mette dentro anche i numeri di vendita di quelle elettrificate, quindi mild hybrid, full hybrid e plug-in. Insomma, tutti i costruttori esibiscono i propri “gioielli elettrici” ma, nel frattempo, stanno in piedi e sopravvivono vendendo l’endotermico. Certo, scritto e detto da me ha un peso e un valore ma, onestamente, se queste considerazioni vengono confermate da un ministro del nostro governo, beh… il peso e il valore cambiano e a molti potrebbero dare fastidio.
Così parlò… Cingolani.
Qualcuno di voi conosce il prof. Roberto Cingolani? Ve lo dico io chi è. Roberto Cingolani è il Ministro della Transizione Ecologica, definito da più parti uno “scienziato prestato al governo”. Ministro che qualche giorno fa ha rilasciato un’intervista alla trasmissione Piazza Pulita su La7. Intervista che vi riporto paro paro…
“Auto totalmente elettriche? Io sono favorevole all’abbattimento della CO2 nell’ambito del trasporto privato – sostiene il Ministro Cingolani - Vorrei tuttavia far notare che il concetto di auto elettrica va’ spiegato nella giusta maniera: se io esco dal concessionario al volante di una vettura elettrica e guido per 100 mila chilometri produco poca CO2. Però, se io considero la CO2 che ho dovuto produrre per estrarre il litio, costruire le batterie e cambiare il processo di manifattura, l’auto elettrica è un po’ meno verde di quanto si possa pensare. Cioè, bisogna capire, nell’intero ciclo di vita, da quando io vado a scavare il litio a quando faccio l’automobile, quanta CO2 produco”.
Alla domanda del giornalista… “Lei è quindi d’accordo sul fatto che i diesel moderni non debbano essere messi da parte”, ecco come risponde, con molta diplomazia, il ministro Cingolani: “Anche qui non esiste una verità assoluta. Se lei me lo paragona a un Euro 0 che ben venga. Se lei riuscisse a farmi pagare un’auto del segmento B, 15.000 euro anche se fosse elettrica, direi bene”. Interviene il giornalista chiedendo: “Ma dove la ricarico, signor Ministro, un’auto elettrica? Siamo bombardati da questi plug-in, da queste macchine totalmente elettriche; io non ho la colonnina e se tutti noi avessimo le colonnine l’energia che abbiamo non sarebbe sufficiente. Quando ce le date queste colonnine e tutta questa elettricità?
“Se fosse per me ve le darei subito – risponde il ministro Cingolani – Bisogna fare un’infrastruttura estremamente complessa, che deve funzionare prevalentemente con energia rinnovabile, ricordando che l’energia rinnovabile non è continua, 24 ore al giorno, 7 su 7, perché c’è quando c’è il sole nel caso del fotovoltaico e quando c’è il vento nel caso dell’eolico. Quindi, bisogna predisporre una rete che sia intelligente, capace di gestire i flussi di corrente che si accendono e si spengono in funzione delle situazioni. Al buio il mio fotovoltaico non funziona e se non c’è il vento nemmeno l’eolico. Bisogna rinforzare e rendere smart la Rete, aumentare i punti di ricarica e nello stesso tempo fare in modo che l’auto elettrica non costi un salasso al cittadino medio”.
Da qui, la domanda diretta del giornalista Corrado Formigli (che su l’autorevole Affaritaliani.it chiamano “Corrado Formigoni”. P.s.: anche questo è giornalismo!?!): “Quand’è che io potrò comprarmi un’auto elettrica sapendo che posso rifornirla in viaggio, rifornirla sotto casa, pagarla il giusto e che possa essere davvero una scelta conveniente?”
“Se noi valutiamo quale possa essere la penetrazione dell’auto completamente elettrica ai livelli, che so, del 30% del mercato, penso che questo richiederà almeno un decennio; un po’ per i costi di queste macchine e un po’ per le infrastrutture necessarie”.
E allora continuiamo a guidare i nostri amati motori endotermici e, per l’elettrico, se ne riparlerà a partire dal 2030. Elettrizzante, no?
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Tiziano - 14 Jun 2021
Importante update da parte del G7: adesso sono piu' cauti verso un obbligo di imporre i veicoli elettrici (mi scappa da ridere) https://oilprice.com/Energy/Energy-General/G7-Shies-Away-From-EV-Sales-Targets.html