Presentata nel 1976, la Aero aprì la strada alla fortunata serie Cabrio che, in Italia, non arrivò mai…
E probabilmente fu un peccato perché la Opel Kadett Aero con tetto rigido asportabile aveva tutto ciò che serviva per piacere al mercato italiano e agli italiani.
Realizzata sulla base della terza generazione della berlina due porte a trazione posteriore e presentata 55 anni fa al Salone di Ginevra del 1976, la Opel Kadett Aero si segnalava per l’allora rara soluzione del tetto rigido amovibile in corrispondenza dei sedili anteriori, abbinato a un robusto roll-bar d’acciaio e ad una capote posteriore pieghevole. Non c’è quindi da stupirsi se poi, nel corso degli anni, fu scopiazzata a destra e a sinistra.
Com’era. La vettura aveva anche tappezzeria e rivestimenti originali, sedili con poggiatesta, cinture di sicurezza con riavvolgimento automatico, contagiri, voltmetro, manometro olio.
Costruita presso la carrozzeria Bauer di Stoccarda in 1.244 esemplari, era equipaggiata con un 4 cilindri di 1,2 litri da 60 CV (44 kW), cambio a 4 marce (automatico a richiesta), freni anteriori a disco, servofreno, pneumatici radiali 175/70 R13 su cerchi in lega con disegno a stella a 5 punte. Insomma, a quei tempi era tanta roba…
La Aero voleva soprattutto sottolineare le grandi potenzialità della Opel Kadett-C (dalla Primavera 1973 all’estate 1979 furono prodotte complessivamente 1.701.075 esemplari), presentata tre anni prima al pubblico in occasione del Salone di Francoforte. Con questa vettura la Casa tedesca mirava, infatti, a proporre un’automobile mondiale, un modello cioè caratterizzato da dimensioni esterne compatte, costi di produzione contenuti, bassi consumi e che soprattutto avrebbe potuto essere costruito con poche varianti in diversi parti del mondo utilizzando impianti e componentistica locali, segnatamente in Gran Bretagna, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Giappone.
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Loris Rotelli - 21 Jul 2021
La carrozzeria che ha curato la trasformazione di questa Kadett non è Bauer....ma bensì la mitica Baur Karosserie di Stoccarda, nota agli appassionati per le analoghe trasformazioni effettuate a cavallo tra gli anni settanta e ottanta sulle BMW serie 2 e serie 3, come quella orgogliosamente posseduta dal Bruce... Oggettino interessante, a trovarne una non divorata dalla corrosione... In Germania questo tipo di veicoli viene recuperato da giovani a-pazzi-onati, che una volta recuperata la scocca, sono capaci di sostituire il tranquillo 1.2 con il 2.0 16V 150/156 cv ex Kadett/Astra Gsi, 'adeguando' il resto della meccanica e personalizzando la carrozzeria con livree (a volte...) anche notevoli... Se ne avessi una, rimarrei sul classico montandoci però (a trovarla...) una meccanica Kadett GT/E dell'epoca, magari guardando a ciò che avevano fatto i nostri mitici Conrero e Carenini su questo modello... Pure Biasion passo di lì, di sicuro corse con la contemporanea Ascona B...