Foto:
Quando fu lanciata nel 1980 la Renault Fuego, grazie alla sua particolare cura aerodinamica, mise tutti d’accordo su un concetto: la Renault Fuego non permetteva compromessi perché… piaceva o non piaceva.
Probabilmente la Fuego, presentata al Salone di Ginevra del 1980, era un “oggetto misterioso” soprattutto perché aveva anticipato un po’ troppo tempi e fu una vettura mal capita e mal interpretata (ne vennero vendute poco più di 265 mila unità).
Doppia curiosità: 1) è stato il primo modello Renault dell’era moderna ad essere chiamato con un nome anziché con un numero; 2) è stata la prima vettura ad essere equipaggiata con la chiusura centralizzata di serie.
La Fuego era una coupé a trazione anteriore dal costo abbordabile, realizzata per sostituire le Renault 15 e 17, con quest’ultima venduta in Italia, per motivi di “sfiga”, con la sigla R177. Con la Renault 18 condivideva pure il telaio: trazione anteriore con motore longitudinale, retrotreno ad assale rigido e sospensioni anteriori a ruote indipendenti (le stesse dell’ammiraglia R20).
Foto:
La Fuego si “fece notare” per la particolare cura aerodinamica (0,34 Cx) e per le forme tondeggianti della carrozzeria a tre porte, in un periodo in cui la maggior parte delle vetture erano caratterizzate da linee tese e squadrate. La novità estetica che si vedeva di più (e che a quei tempi era considerata “anormale”) era la fascia nera in materiale plastico rigato che, partendo dalla base del portellone in vetro, proseguiva sulla fiancata.
Le dimensioni. La Renault Fuego era lunga 4,34 m, larga 1,69 m e alta 1,35 m, con un passo di 2,44 m. Comoda, con quattro posti veri, aveva un bagagliaio (a cui si accedeva dal portellone in vetro) che misurava 300 litri in configurazione standard, che diventavano 1000 litri abbattendo lo schienale del divanetto posteriore.
Le motorizzazioni. Al momento del lancio (a marzo del 1980), era disponibile nelle motorizzazioni a benzina 1.4 da 64 CV e 1.7 da 96 CV. Un anno dopo la gamma si allargava con l’introduzione del 2.0 da 110 CV. Nel 1982, arriva il motore turbodiesel 2.1 da 88 CV. Sempre nel 1982, arrivava la Fuego Cabriolet, rimasta però come prototipo, mentre in Argentina partiva la produzione della variante coupé per il Sud America e gli Usa, commercializzata con il brand Renault-AMC
Nel 1983 la Fuego mette il… Turbo: si trattava di una versione sportiva equipaggiata con un 1.6 sovralimentato da 132 CV (ripreso dalla R18), il top della gamma. Questa versione sportiva si distingueva dalle altre versioni della Fuego per gli stickers “Turbo” applicati sulla carrozzeria e i cerchi in lega BBS a nido d’ape, ma anche per le prestazioni: scattava, infatti, da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi, mentre la velocità massima dichiarata dal costruttore era di 200 km/h. L’aggiornamento di metà carriera non riuscì a dare nuova linfa alle vendite. Così il modello imboccò la via del tramonto. Nel 1987 la Renault Fuego sparì dalle concessionarie di tutta Europa e anche dal mercato statunitense. Continuò a circolare in America Latina fino al 1992, quando uscì definitivamente di scena.
Foto:
(*) Commenti, likes, ricerche, notifiche, articoli in versione audio, assenza di pubblicità e collegamenti ad altri contenuti esclusivi sono solo per gli iscritti a The Garage.
Se ti è piaciuto il post e vuoi vederne tanti altri pubblicati quotidianamente, iscriviti a The Garage!
Domenicomastro74 - 06 Aug 2021
Ma solo a me capita di vedere certe auto e volerle subito Acquistare o Provare???