Curiosità Salone dell'auto di Ginevra: fallita anche l'edizione 2022
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Continua imperterrita la crisi dei saloni dell’Automobile. Quello di Ginevra è stato annullato poche settimane dopo averne annunciato il ritorno. Ed è solo l’ultimo di una lunga serie. E come direbbe l’Emilio nazionale: “Che figura di merda!”

E’ vero che “ogni scarrafone è bell’a mamma soja”, ma perché non arrendersi all’evidenza? I saloni (e forse non solo quelli!!!) ormai non “tirano” più. Costano un botto per le case automobilistiche e costano un casino per gli appassionati che dovrebbero investire il TFR per vedere il… nulla. Solo fuffa. Tanta fuffa. Solo auto elettriche del cazzo o prototipi che non vedremo mai sulle nostre strade.

L’annuncio di questa debacle l’ha comunicato la fondazione Comité permanent du Salon International de l'Automobile che ha rinviato al 2023 l'evento già cancellato nelle ultime due edizioni a causa della pandemia. Questa volta la motivazione è ben diversa: fatali la crisi del settore auto in termini di mercato e le difficoltà legate alla carenza dei semiconduttori (è la scusa più gettonata nel settore Automotive, ormai) che sta costringendo tutti i costruttori a limitare o interrompere la produzione. A questo si aggiunge la difficoltà da parte delle Case di investire in manifestazioni ormai di dubbio ritorno economico e strategico. Ecco, forse in quest’ultima affermazione c’è del vero: primo perché le novità auto si vedono ancor prima che vengano prodotte; secondo perché ai saloni on ci va’ più nessuno. Punto e basta. Bisogna mettersi l’anima in pace. Se un film è brutto, chi cacchio volete che ci vada al cinema a vederlo? Lo stesso vale per le auto: se fanno cagare, perché mai dovrei partire da Milano, spararmi 4/5 ore di viaggio per raggiungere Ginevra (in Svizzera il limite dei 100 km/h conviene rispettarlo sempre), pagare 30/40 franchi per entrare più, tanto per scomodare il grande Totò, “vitto, alloggio e stiratura”? Eppure il ritorno di Ginevra, il Salone più importante e prestigioso della stagione che si svolge dal 1905, sembrava cosa fatta.

A quattro mesi dal via, erano già state fissate le date, dal 19 al 27 febbraio 2022, sempre nella tradizionale cornice del Palaexpò. Una rassegna che avrebbe dovuto tenere conto di quanto successo nelle due ultime stagioni - in effetti l’annullamento in extremis dell’edizione 2020 fu uno dei primi segnali del disastro in arrivo - ma che al tempo stesso voleva restare il più possibile classica, rispetto alle rassegne di nuova concezione. “Manterremo le auto al centro della manifestazione”, aveva sottolineato Sandro Mesquita, il direttore generale del Geneva International Motor Show, in occasione del via libera dato il 3 settembre scorso dalla fondazione che lo gestisce.

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Gli organizzatori, invece, si sono arresi di fronte alla mancanza di adesioni da parte degli espositori: al momento della rinuncia definitiva erano infatti solo 60 contro i 160 annunciati prima della cancellazione dell'edizione 2020. Pochissimi i marchi che avevano confermato la loro presenza: Audi, Renault, Skoda, Seat, Kia e Bugatti. Determinante la scelta di non partecipare da parte del Gruppo Stellantis con tutti i marchi degli ex Psa e Fca che, insieme, rappresentano circa il 23% del mercato continentale. Una scelta che in parte non stupisce, vista l'assenza anche al Salone di Monaco, ma bisogna ricordare che, da quando è stata annunciata la nascita (il 16 gennaio 2021), Stellantis non ha mai preso parte a una rassegna di questo tipo. Importanti anche le defezioni di altri big player nel Vecchio Continente, da Bmw a Mercedes, Ford e Volkswagen, che non avevano ancora aderito e con ogni probabilità non lo avrebbero fatto nemmeno in extremis. Da qui la decisione della Fondazione Gims di unire le forze con l'ente di promozione turistica del Qatar, per creare un nuovo Salone automobilistico per il Medio Oriente, in agenda (forse) nell'autunno 2023. Mah, cazzi loro…

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