Youngtimers Vita quotidiana in youngtimer; perchè ne ho scelta una.
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Da qualche anno ho iniziato a pensare di cambiare il modo di vivere l'automobile, non riconoscendomi nella produzione attuale, tantomeno nella famigerata svolta green che negli ultimi mesi sta virando velocemente verso l’elettrico. Sono sempre stato appassionato d’automobili, più storiche che legate all’attualità, tanto da avere ancora un vivido ricordo di quando acquistai il primo numero di Ruoteclassiche all’edicola di piazzale Baracca a Milano, mentre tornavo a casa dal liceo.

Abbandoniamo i tempi passati e facciamo un balzo in avanti di qualche decennio. Siamo a fine 2017 inizio 2018 adesso, in quel periodo sono infelice proprietario di una Fiesta MK7 bifuel acquistata nuova, ormai in odore di scadenza dell’estensione di garanzia; automobile per me insoddisfacente sia in termini prestazionali che di affidabilità. Mai errore più grande avrei potuto commettere mettendomi in garage quell’auto, nei cinque anni che l’ho guidata ho sinceramente perso il conto delle volte che l’ho portata in officina per problematiche legate prima al climatizzatore, poi alla doppia alimentazione benzina e GPL. Nel tragitto casa-ufficio passo il tempo a guardare esclusivamente annunci di auto storiche e youngtimer.

E’ impensabile per me andare sul nuovo o su di un usato recente perché ne mi piacciono ne mi rappresentano. Inoltre sono una di quelle persone che pensano che le auto attuali costino troppo per quello che offrono in termini di affidabilità è qualità costruttiva. Contemporaneamente inizia il bombardamento mediatico sull’attivazione dell’area B a Milano e sull’esclusione tassativa alla circolazione dei veicoli considerati inquinanti, storiche comprese. Che fare? Abito in una zona semi centrale e lavoro a Monza; è vero che in ufficio ci vado solitamente con i mezzi, ma è pur vero che sotto quelle maledettissime telecamere devo passarci in orari e giorni vietati, ben più volte di quell’elemosina di pugno d’ingressi concessi ai residenti dalla giunta comunale. Certo, la Fiesta è un euro 5B col GPL, almeno per quanto riguarda le limitazioni alla circolazione sono tranquillo. Affiancarle una storica è impensabile, non se ne parla proprio, son esasperato e voglio disfarmene; abito poi in un quartiere di condomini anni ’50 quasi tutti senza box e villette liberty, con strisce blu e mezzi costantemente in doppia fila per buona parte dell’arco della giornata. Per fortuna un box ce l’ho, non grandissimo, ma tenere una seconda auto fuori è improponibile. All’epoca non si parlava ancora delle ciclabili che si sono concretizzate attorno casa negli ultimi mesi, causando un’ulteriore riduzione dei parcheggi.

Cambiare car, come dice il Dugui, è una scelta di vita. Opto per una youngtimer, per questioni di fruibilità e per non rinunciare a certi confort. Dopo due decenni di utilitarie dall’impostazione sportiveggiante che hanno preceduto la Fiesta, con le quali ho percorso in tutto più di 350.000 km in giro per l’Europa, a 45 anni suonati rifuggo quindi dall’idea della macchinina sportiva e piccola in genere, comunque incompatibile con le esigenze familiari. Mi servono quattro porte, un bagagliaio decente. Non ho mai amato station e monovolume, tantomeno i SUV, sono anche stufo di avere hatchback, quindi opto per la classica berlina tre volumi.

Il decidere di utilizzare quotidianamente un’auto d’età compresa tra i 20 ed i 30 anni mi porta ad orientarmi su Mercedes, sia per affidabilità che comodità, oltre che per il reperimento dei ricambi. Scarto i diesel, pompati da una certa politica a partire dagli anni ’90 e castrati all’inverosimile dall’attuale pseudo ambientalista, inutili poi con un percorrenza media annua di circa 12.000 km. Dopo un anno di ricerche e prove su strada trovo finalmente un buon esemplare di classe C W202 col 2.0 benzina 136 cv euro 2, che al momento mi mette al riparo dai blocchi alla circolazione ed in futuro posso eventualmente gasare per continuare ad usufruirne. Auto di proprietà di un signore ottantaseienne, in buono stato, che nei 10 anni prima che la comprassi io ha percorso una media di circa 3.000 km anno; mi viene consegnata con buona parte delle fatture di tagliandi e lavori fatti. Caso più unico che raro nel nostro Paese.

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Portata a casa la macchina faccio una rapido controllo ai livelli, ad eventuali perdite ed alla cinghia servizi. La uso giusto un paio di giorni tra Milano e Monza per andare al lavoro, sembra tutto abbastanza in ordine; a parte gli ammortizzatori anteriori scarichi, gran parte delle problematiche sono legate al poco utilizzo dell’auto. Quindi partenza per due settimane di ferie sul lago di Garda. Lavoro per un’assistenza stradale ed in zona mi sento in territorio amico, conosco parecchie officine dovesse saltar fuori qualche problematica. In fondo decido di mettermi in viaggio con una quattro ruote venticinquenne che non conosco, sulla quale potrebbe rompersi di tutto ieri… certo non sono andato fino in Calabria, rimango di base sulla sponda lombarda del Garda, ma un minimo di rischio di rimanere a piedi rimane. Se non siete avvezzi a risolvere qualche piccolo inconveniente meccanico o elettrico, non avete con voi un minimo di attrezzi, vi sconsiglio l’esperimento. Sono tornato a Milano dopo due settimane e 800 km percorsi senza inconvenienti lungo tutto il perimetro del lago, stupito anche che non mi entrasse acqua dalla guarnizione del tetto apribile, visto che a Salò mi sono trovato sotto una specie di diluvio universale.

In seguito ho poi concordato col mio meccanico una serie di lavori su ciclistica ed impianto di raffreddamento (radiatore e giunto viscostatico) per rendere la macchina affidabile a 360 gradi. Il vecchio proprietario aveva già fatto parecchi lavori, tra cui la sostituzione della centralina motore con relativi cablaggi, che avendo l’isolante in un materiale biodegradabile tendono ad andare in corto bruciandola. Se volete comprare una vettura della stella a tre punte della prima metà anni ’90 tenetene conto, è una problematica che affligge anche le ultime W124. Ho poi fatto sistemare anche alcune strisciate sulla carrozzeria, anche se mi sono rassegnato a non avere un’auto perfetta dal punto di vista estetico fruendone quotidianamente nel traffico di una grande città.

In due anni della classe C ne ho fatto un uso normalissimo, quello che si può fare con qualsiasi automobile; spostamenti da A a B, vacanze, qualche raduno. L’ho guidata al mare, in montagna, sulla neve. Si tratta di una vettura piacevole ed ancora oggi moderna e sicura nella guida, non potentissima ma neanche ferma, con un motore molto elastico che privilegia più la souplesse di marcia piuttosto che gli alti regimi. Il cambio è preciso ma molto turistico e con una cera inerzia, che penalizza la guida sportiva, comunque poco consona al tipo di auto.

Avendo percorso circa 25.000 km senza inconvenienti posso affermare che automobili degli anni ’90, se ben curate dal punto di vista manutentivo, possono rivelarsi più affidabili e meno costose nella gestione di tante di produzione attuale. Si tratta di vetture con un’elettronica abbastanza essenziale, limitata all’iniezione, all’ABS e poco altro. Non ci sono particolari differenze di guida con quelle attuali, a patto di rinunciare ai famigerati ADAS, all’infotainment e qualche altra diavoleria moderna, quali le telecamere posteriori. Qualcuno monta accessori simili anche su automobili datate. Io privilegio l’originalità della vettura, poi se opto per una determinata scelta devo essere consapevole sia dei limiti che delle dotazioni di ciò che guido, quindi certi adattamenti posticci in contrasto con lo spirito e gli anni di una certa automobile io li aborro, quindi il mio bello stereo Becker a cassette è rimasto al suo posto nella plancia.

L’unico limite alla fruibilità di automobili simili è più legislativo che tecnico; dovuto quindi a restrizioni alla circolazione per motivi ambientali tutti da verificare che alla difficoltà di guida, anche se fortunatamente diverse cose stanno cambiando in meglio per le storiche, se in possesso d’iscrizione ASI e CRS. Se optate per una youngtimer, border line come percezione tra una storica ed un’auto vecchia, aspettatevi sia ammirazione da parte di appassionati che reazioni abbastanza curiose da alcuni talebani del green a tutti i costi. Un esempio su tutti m’è capitato nel parcheggio di un noto centro commerciale del milanese, con uno di quei personaggi infoiato sul cellulare a controllarmi la classe euro col numero di targa sul portale dell’automobilista, convintissimo che non potessi circolare ed inquinassi come una ciminiera della Falk. Tenete la macchina il più pulito ed in ordine possibile, soprattutto se Mercedes, perché è un attimo farla passare da oggetto d’ammirazione all’evocare ricordi di certe W123 con sedili rivestiti di pelliccia, roulotte al seguito ed autista con catenazza d’oro corredata di altra pelliccia che fuoriesce da una camicia aperta: non so se ci siamo capiti. Poi, se pulita, lucida e perfetta, magari nera e con interno in pelle chiaro come la mia, potrebbe anche capitarvi di essere scambiati per un NCC da uno sprovveduto americano che uscendo da un hotel in zona fiera vi si siede sul sedile posteriore e vi chiede di portarvi a Malpensa. Magari voi state solo facendovi i fatti vostri in macchina.

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