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Probabilmente sì o… quasi! A partire dal prossimo anno, infatti, farà circolare una piccola flotta di BMW iX5 Hydrogen da 347 CV e quasi 500 km di autonomia.
Non è la prima volta che la casa di Monaco di Baviera tratta l’idrogeno: una ventina di anni fa, infatti, lo aveva sperimentato anche su un motore endotermico, come vero e proprio carburante. Oggi, nel bel mezzo di un processo di elettrificazione inarrestabile, l’idrogeno sta balzando prepotentemente alla ribalta, come vero e proprio antagonista dell’elettrico a batterie. Quali sono i motivi che hanno spinto a riconsiderare l’idrogeno?
I motivi sono diversi: la produzione di idrogeno “Verde” tramite elettrolisi, può rappresentare un validissimo sistema di stoccaggio, dell’energia prodotta anche da fonti rinnovabili, in momenti di scarso utilizzo; la produzione delle celle a combustibile non richiede materie prime critiche come cobalto, litio o nichel; il rifornimento avviene alla pompa, quasi come con benzina o gasolio e, per fare un pieno, ci vogliono 3, massimo 4 minuti. Anche l’Italia, ormai, con il D.M. del 23 ottobre 2018, si è allineata al resto dell’Europa e consente la realizzazione d’impianti di pompaggio a 700 bar, anche se le lungaggini burocratiche e normative, per la realizzazione di un impianto, non mancano di certo: non si può costruire in aree densamente popolate, non si può costruire in aree vincolate a zone verdi, insomma, è un bel rompicapo. Tornando a Bmw, la casa tedesca ha affrontato il problema idrogeno dal punto di vista delle celle a combustibile, che filtrano elettroni, producendo elettricità, che viene inviata al motore e ad una batteria. La iX5 Hydrogen, praticamente, adotta lo stesso schema elettrico di casa, il BMW eDrive di quinta generazione, per una potenza base di 125 kW/170 CV, ma c’è una batteria, che si ricarica anche con il recupero di energia, che quando serve, porta la potenza complessiva a 275 kW/374 CV. Allo scarico? Solo vapore acqueo. L’idrogeno viene stoccato in due serbatoi da 700 bar, realizzati in plastica rinforzata con fibra di carbonio (CFRP), l’autonomia dovrebbe essere intorno ai 500 km e, per fare un pieno, dovrebbero bastare 3 minuti (tutti dati provvisori, ovviamente). Le celle a combustibile sono frutto dell’accordo fatto con Toyota, nel 2015, e le nuove unità verranno prodotte presso l’apposito centro di competenza dedicato all’idrogeno di Garching, a nord di Monaco. L’auto è già stata a lungo testata presso il centro prove del BMW Group ad Arjeplog, nel nord della Svezia, dimostrando che, anche con temperature prossime a meno 20°, il sistema funziona alla grande. La piccola produzione iniziale è affidata al Centro di Ricerca e Innovazione di Monaco, dove lavorano 900 persone. La prima, piccola, flotta a idrogeno inizierà a girare nella primavera 2023.
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paolo - 19 Jan 2023
Chissà che e la volta buona