Curiosità Giornalisti dell’auto? Una specie in via di estinzione.
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Non c’è più pace n’è religione e, probabilmente, stanno finendo anche il lavoro è credibilità per i giornalisti dell’auto, vittime dei propri editori (questo è innegabile) e, quest’ultimi, vittime di chi “caccia i soldi”. Quando si scrive di auto sono tutte rose e fiori, auto bellissime, prestazionali, poco costose etc. etc. E laddove leggerete dei difetti, state certi che è frutto di una strategia ben precisa.

Per esempio, se in un articolo pubblicato sulla testata X leggete che una Audi ha un difetto, è semplicemente perché quella testata X non prende soldi in pubblicità da Audi. Scriverne male significa attirare l’attenzione di Audi la quale, ricattata (e per non farsi rompere le scatole più del dovuto), cede al ricatto (cosa vuoi che siano poche migliaia di euro per un costruttore!!!) e rifila alla testata X un po' di soldi firmando un contratto di pubblicità. Dopo la firma saranno tutti felici e contenti e vedrete che sulla testata X le Audi diventeranno tutte belle, acquistabili e, soprattutto, senza difetti.

Il guaio è che questa professione del giornalista dell’auto sta letteralmente scomparendo e la cosa peggiore è che i giornalisti, che stanno diventando sempre più degli impiegati a tempo pieno, non se ne rendono nemmeno conto. Oggi, è vietato scrivere ciò che si pensa (tranne nel caso “strategico” in cui si sia in cerca di nuovi inserzionisti pubblicitari) e sono autorizzate sole le marchette. In più, le stesse case automobilistiche, oltre a pilotare a proprio piacimento (potere derivante dal fatto che danno soldi in pubblicità), si fanno le riviste da sole. Non solo: hanno anche la presunzione e la sfacciataggine di prendere per i fondelli i giornalisti insegnandogli a fare il loro lavoro. Un esempio? Un comunicato appena fatto circolare da Audi Italia relativo all’evoluzione bidimensionale del logo dei quattro anelli dove è la stessa Casa a intervistare il designer André Georgi e il brand strategist Frederik Kalisch affinché spieghino cosa rappresenti per Audi l’evoluzione dei quattro anelli, portata al debutto da nuova Audi Q8 e-tron.

Ma scusate: se volete comunicare la nuova evoluzione del logo Audi perché non organizzare una tavola rotonda e permettere ai giornalisti dell’auto di domandarvi ciò che vogliono? In questo modo ognuno farebbe il proprio lavoro: i giornalisti fanno le domande e voi date le risposte. E invece, no! Adesso questi si intervistano fra di loro, c’è chi fa le domande (pilotate) e chi le risposte (mirate), si danno una pacca sulla spalla e inviano il tutto alle varie redazioni le quali, da ottimi impiegati, non devono fare altri che fare il classico “copia e incolla” da pubblicare poi sulle loro testate. Ma allora che ci sta a fare il giornalista dell’auto? A cosa serve? Cosa comunica?

Di seguito vi riportiamo il comunicato Audi dal titolo “I quattro anelli Audi: l’evoluzione del design dal digitale al fisico.

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“Da oltre 50 anni, il claim Vorsprung durch Technik identifica la costante propensione del Brand all’eccellenza. Un approccio che Audi sottolinea attraverso un design innovativo. In quest’intervista, il designer André Georgi e il brand strategist Frederik Kalisch spiegano cosa rappresenti per Audi l’evoluzione dei quattro anelli, portata al debutto da nuova Audi Q8 e-tron.

I quattro anelli sono l’emblema del marchio Audi. Perché questo cambiamento?

Frederik Kalisch – Quale Brand premium - Audi si rivolge a Clienti che apprezzano il design e l'attenzione ai dettagli. Oggi vi sono solo due trend stilistici in grado di identificare la premiumness tanto nella rappresentazione del Marchio quanto nella definizione del design dei prodotti: da un lato la forza e l'audacia, dall'altro la sobrietà, la purezza e la pulizia.

André Georgi – L'approccio purista è più in linea con la nostra filosofia. Una considerazione è evidente: i marchi forti conquistano i Clienti grazie alla sostanza dei prodotti e a elementi identificativi discreti. In Audi è sempre stato così; ora stiamo rendendo questo approccio ancora più coerente. Ogni dettaglio deve trasmettere un messaggio o servire a uno scopo. Nell’ambito del prodotto, sono soprattutto i quattro anelli, immancabili nella sezione anteriore e posteriore di ogni vettura, a fare di un'Audi un'Audi. Vogliamo che la qualità parli attraverso lo stile e il prodotto stesso. Il nuovo design bidimensionale conferisce ai quattro anelli un look decisamente più moderno e “grafico”, sebbene lo sviluppo geometrico sia pressoché identico al precedente.

 

Moderno, ma non “alla moda”: questa è una costante Audi. Tuttavia, i loghi bidimensionali sembrano rappresentare la tendenza attuale. Che ruolo gioca lo Zeitgeist?

Kalisch – Gli anelli bidimensionali sono nati in Audi nel 2016 come conseguenza della digitalizzazione, essenzialmente per adattarli al sistema di comunicazione dominante. La tridimensionalità su display bidimensionali non avrebbe soddisfatto i nostri requisiti tecnici ed estetici. Abbiamo quindi optato per un look 2D.

Il logo del Marchio è molto “grafico”, il che è un vantaggio, perché si vede benissimo in due dimensioni. Per garantire coerenza ad ogni touch point con i Clienti, abbiamo avviato il processo di ridefinizione del layout degli anelli sulle vetture.

Georgi – L'utilizzo di un logo bidimensionale all'esterno dei veicoli è stato proposto per la prima volta nel 2019. Il processo evoluzionistico ha subito un’accelerazione all'inizio del 2020. L’obiettivo è estendere l'identità aziendale dall'area digitale ai veicoli, standardizzandone l'identificazione. In futuro, vogliamo che i quattro anelli abbiano lo stesso layout ovunque: sulla carta stampata, sul display di uno smartphone, su di un cartellone pubblicitario, sull’auto o in abitacolo.

 

Cosa è cambiato esattamente in termini di design?

Georgi – Il logo introdotto da Audi Q8 e-tron è composto da tre elementi ed è rigorosamente privo di cromature, con un look in bianco e nero ad alto contrasto. Gli anelli bianchi sono incastonati in un corpo di vetro nero, per una luminosità ancora maggiore. Illuminando il logo, il bianco conferisce agli anelli un aspetto piatto, di qualità superiore.

 

Andando oltre l’abbinamento dei colori, anche i materiali sono nuovi. Può spiegarci meglio questo aspetto?

Georgi – Gli anelli cromati attuali sono sinonimo di alta qualità. Il materiale trasmette questo messaggio. Crediamo però di aver trovato il “nuovo cromo”: la luminosità degli anelli in bianco e nero rende inconfondibile l’identità di Brand. Il sottile bordo nero intorno agli anelli conferisce un aspetto coerente e di qualità superiore, indipendentemente dalla tinta della vernice o del single frame. I nuovi anelli sono disponibili anche in abbinamento al look nero. Questa variante sostituisce il bianco con una tonalità di grigio scuro che richiama il nero lucido.

 

D'ora in avanti, tutti i nuovi modelli Audi saranno caratterizzati non solo dagli anelli 2D, ma anche da un inedito lettering identificativo. Perché?

Kalisch – Nel 2020, il nostro team ha rielaborato la brand strategy e la corporate identity Audi. Questa rielaborazione ha portato a una nuova strategia d’identificazione dei veicoli, incluso il layout bidimensionale degli anelli.

Georgi – L'identificazione della vettura è un aspetto profondamente premium: abbiamo standardizzato i caratteri all'interno e all'esterno dell’auto. In futuro, tutti i modelli Audi utilizzeranno solamente il nostro carattere proprietario, noto come “Audi Type”. La grafica è più sobria, netta, pulita. Abbiamo affidato al montante B il ruolo di panel dove dettagliare modello, versione e tecnologia. Una scelta supportata dal fatto che questa zona rientra sempre nel campo visivo dei passeggeri quando accedono all’abitacolo. La scritta lungo il montante B è volutamente incisa tono su tono.

Kalisch – Oltre a distrarre dal design delle auto, identificativi troppo vistosi non sono graditi ai nostri Clienti.

Georgi – Identificazione e design della vettura si integrano ora coerentemente con il nuovo posizionamento del Marchio”.

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